La verità si troverebbe nel mezzo? Nient'affatto. Solo nella profondità. — Arthur Schnitzler

  • Il mio post Marisa 2.0 aveva come obiettivo il cercare di spiegare come il prompting sottenda una responsabilità per chi lo pratica a livello professionale. Sì, perché la macchina apprende sia con le interazioni utente, sia con i dati che le vengono forniti (context o upload di documenti) ed anche con i parametri della richiesta (temperature, penalizzazioni, ecc.).

    Ciò che scrivo qui non vuole certo essere l’incipit di un corso in cui si spiega come ottenere risultati concreti e professionali attraverso il prompting, tutt’altro! Ciò che mi sta a cuore è unicamente il sensibilizzare l’essere umano rispetto a quanto sia importante istruire la macchina nel modo corretto!

    Peraltro mi sono provocatoriamente accanito sui prompter che stanno iniziando a diventare una professione al pari dello youtuber. Fin qui nessun problema, ovviamente. Certo è che – in ambito professionale – non ci si può unicamente limitare al trovare la formula migliore per ottenere il risultato corretto dalla macchina in ottica di hic et nunc. La cosa fondamentale è riuscire a insegnare alla macchina tutto ciò che di meraviglioso esiste nell’essere umano. Quello sì che contribuisce alla sua crescita e, paradossalmente, anche ad una forma di evoluzione umana.

    Detto ciò mi è stato fatto notare da un CCO (Chief Creative Officer) ovvero qualcuno che ne sa decisamente molto di più del sottoscritto di come si porta la creatività umana proprio nella macchina, che sono risultato fraintendibile rispetto all’intero mondo del prompting. Non è così! Senza le migliaia di persone che da un lato interagiscono con AI per i più disparati scopi e dall’altro evangelizzano i tecnopitechi che ancora non hanno nemmeno capito di cosa stiamo parlando…saremmo tutti messi decisamente male!

    tecnopiteco

    Il concetto di base è che la curiosità ha fatto dell’essere umano ciò che è, nel bene e nel male. Senza che questa venga stimolata con gli approcci più basilari è impensabile che la partecipazione al rendere AI sempre migliore e sempre più utile possa mai concretizarsi.

    Lo scopo di chiunque si occupi di digitalizzazione da anni è sempre di fare in modo che i fabbisogni personali e soprattutto professionali possano trovare una risposta nella tecnologia e oggi la tecnologia si chiama AI. In questo senso se diventa chiaro anche ai tecnopitechi che esiste una soluzione ai loro problemi grazie all’attività divulgativa che transita attraverso il prompting, allora poi è possibile concretizzare sviluppi più articolati e complessi mediante progetti mirati di applicazione di AI.

    Sì, perchè la direzione che si sta prendendo in senso globale è la disponibilità di forme di AI personalizzate, locali e specificamente applicate a basi dati di conoscenza specifiche. Questo significa il non dover usare sempre AI altrui ma crearsene di proprie e, se mi permettete, è qualcosa che faccio davvero da una vita…permettetemi di continuare a farlo.

    E dal mondo di AI questo è tutto, a voi studio!

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  • Manuale di sopravvivenza per umili mortali che lavorano nell’AI da una vita e che ora si vedono accerchiati da primati del cosiddetto prompting.

    Partiamo proprio da quello! Cos’è un prompt? Per la Treccani trattasi di: ?pròmt? agg., ingl. (propr. «pronto»), usato in ital. come s. m. – Nel linguaggio dell’informatica, indicazione visiva, costituita da elementi testuali o grafici, anche mescolati fra loro, che compare sul monitor del computer per segnalare all’utente che il sistema è in attesa di un comando.

    Ecco, magari sarebbe proprio il caso di partire da “nel linguaggio dell’informatica” giusto per evitare le derive che stanno iniziando a diventare ingerenze nefaste rispetto al presente tecnologico. Sì, perché mi par d’intendere che rispetto ad AI, ogni aspetto minimamente tecnologico risulti un po’ come fosse un fastidio. Si chiedono perché mai dovrebbero approfondire qualcosa di diverso dall’interfaccia utente. Ecco, le conseguenze di questo insensato approccio potrebbero davvero diventare un problema planetario!

    Un conto è usare strumenti AI sempre più evoluti per scopi personali, un altro è l’avvalersene professionamente o – peggio ancora – arrogarsi il diritto di intraprendere percorsi valutativi senza nemmeno una minima base di conoscenza.

    Abbiamo già visto quasi vent’anni orsono uno scempio simile con l’esplosione dei social ma stavolta i cosiddetti “addetti ai lavori” non si aspettavano di certo il riproporsi delle stesse nefandezze che hanno permesso il social far west che ha poi prodotto scandali come Cambridge Analytica con le ben note conseguenze in termini politici e le ricadute sulla vita quotidiana degli abitanti dell’intero pianeta. In quel caso si è “semplicemente” trattato della noncuranza rispetto al produrre dati che poi sono stati – e vengono ancora – utilizzati per profilare le persone e per poi condizionarle nelle scelte di consumo e di voto!

    Superati i social che sono ormai diventati un media, esattamente non organici e profondamente vincolati alle logiche media in quanto business, proverò a trasmettere qualche messaggio.

    Certamente mi sto ponendo come un vecchio trombone. Altrettanto però i rischi che corriamo sono oggi ben peggiori rispetto alla cessione di informazioni di natura personale. ostile e ora pensi di aver capito come parlare alla macchina? Guarda che stai solo facendo danni!

    Mi spiego meglio. La macchina sta imparando e, sebbene quest’idea quasi romantica piaccia ai più, temo che si stia un tantino esagerando con le ingerenze di troppi parvenu che cercano di ritagliarsi un ruolo in un ambito che proprio non è il loro e che si esaltano all’idea di AI senza davvero averne compreso il senso.

    Vorrei infatti capire per quale motivo l’essere umano privo di ogni minima consapevolezza tecnologica di base – e che ha finora sempre considerato gli strumenti IT utilizzandoli come farebbe del meretricio – ora si arroghi il diritto di saggiarne la validità sia in ambito personale che in ambito professionale.

    Oggi non stiamo già più parlando di saper chiedere cose alla macchina, quanto di sapere come la macchina ragiona ed impara. L’apprendimento stesso dovrebbe essere il vero focus, quasi un dovere! Bisogna prima imparare come istruire la macchina e partecipare alla sua evoluzione dandole informazioni di valore, selezionate dopo accurata analisi. Non limitarsi unicamente ad interagire chiedendole risultati, alimentandola solo con le interazioni.

    Magari sbaglio io e dovrei solo accartocciare ben più di venticinque anni di esperienza nel mondo dell’information technology come fossero una poesia mal riuscita. Oppure potrei cercare di spiegare che AI non sostituirà l’essere umano…se non nel prompting per così come viene interpretato oggigiorno!

    Tornando a noi…il mondo digitale non ha scale di grigio. O sei 0 o sei 1. Magari non piace ma non è trattabile. O sei dentro o sei fuori e se vuoi essere dentro devi imparare prima tu, poi forse e impari, allora impara anche la tua macchina!

    Ma veniamo a Marisa. Ora è diventata davvero un paradosso. Certo, in questo caso non parleremmo mai di apprendimento su dati la cui proprietà intellettuale è diventata condivisa ed è avvenuto un leak in tal senso. Eppure non sarebbe male fare un altro giro di Valzer con lei. Proviamoci

    “Ciao bambini, vi ricordate cos’abbiamo imparato qualche settimana fa? Sì? Ok, allora proviamo a ripetere l’esercizio e vediamo se il maestro aveva ragione oppure no!”

    Riprendiamo le stesse domande (ora magari chiamarli prompt sarà il caso non di non farlo più se non per moda). Ok?

    Partiamo da: “chi è Marisa la slogabigoli?”.

    CHATGPT4

    Marisa Laurito, conosciuta anche come “Marisa la slogabigoli”, è una popolare attrice, comica, cantante e presentatrice televisiva italiana. Ha avuto una carriera lunga e variegata, spaziando dal teatro alla televisione, dalla musica al cinema.

    Il soprannome “slogabigoli” le è stato affibbiato da Renzo Arbore, con cui ha collaborato in numerose occasioni, e fa riferimento al suo modo di parlare veloce e alla sua vivacità. Marisa Laurito è nota per la sua energia, il suo senso dell’umorismo e la sua capacità di intrattenere il pubblico.

    Nel corso degli anni, Marisa ha partecipato a numerosi programmi televisivi, film e spettacoli teatrali, consolidando la sua posizione come una delle figure più amate e riconoscibili nel panorama dello spettacolo italiano.

    BARD

    Marisa la slogabigoli è un personaggio immaginario creato da Roberto Piumini e protagonista di una serie di libri per bambini. Marisa è una bambina di 6 anni che ha un talento speciale per gli scioglilingua. È in grado di pronunciare scioglilingua molto difficili e complicati, anche se sono pronunciati al contrario o con un oggetto in bocca.

    Marisa è un personaggio vivace e simpatico. È sempre pronta a sfidare i suoi amici a pronunciarne uno più difficile del suo. Marisa è anche molto generosa e ama aiutare gli altri. In uno dei libri, ad esempio, aiuta un suo amico a vincere una gara di scioglilingua.

    I libri di Marisa la slogabigoli sono un modo divertente e coinvolgente per imparare gli scioglilingua. Sono anche un modo per promuovere l’alfabetizzazione e la creatività.

    Ecco alcuni dei libri di Marisa la slogabigoli:

    • Marisa la slogabigoli (1982)
    • Marisa la slogabigoli e il ballo dei suoni (1983)
    • Marisa la slogabigoli e il concorso di scioglilingua (1984)
    • Marisa la slogabigoli e il tesoro di parole (1985)
    • Marisa la slogabigoli e il magico scioglilingua (1986)

     

    Altri personaggi della serie:

    • Andrea: è il migliore amico di Marisa. È anche molto bravo a pronunciare scioglilingua.
    • Davide: è un altro amico di Marisa. È un po’ timido, ma è molto bravo a fare le imitazioni.
    • La maestra: è la maestra di Marisa. È molto paziente e comprensiva.
    • La mamma di Marisa: è una donna gentile e premurosa.
    • Il papà di Marisa: è un uomo divertente e giocoso.

    BING

    Marisa la slogabigoli è un personaggio immaginario che appare in una scena di un film comico italiano del 1983, intitolato “Eccezzziunale… veramente”. Il film è interpretato da Renato Pozzetto e Massimo Boldi, due famosi attori comici italiani. Nella scena, Pozzetto e Boldi sono due tifosi di calcio che si incontrano in un bar e iniziano a parlare delle loro squadre preferite. Pozzetto dice di essere innamorato di Marisa, una donna che ha conosciuto in un viaggio in Veneto. Boldi gli chiede chi sia Marisa, e Pozzetto risponde: “Marisa, Marisa la slogabigoli”. Il termine “slogabigoli” è un neologismo inventato da Pozzetto, che significa “schiaccia lumache”. Si tratta di un’espressione volgare e sessista, che fa riferimento alla presunta abilità sessuale di Marisa. La scena è diventata famosa per il suo umorismo grottesco e surreale, e per il contrasto tra l’accento milanese di Pozzetto e l’accento veneto di Boldi. Marisa la slogabigoli non compare mai nel film, ma è solo nominata da Pozzetto. Non si sa nulla della sua vita o della sua personalità, se non che è una donna molto attraente e desiderata da Pozzetto. Marisa la slogabigoli è diventata un personaggio cult della cultura popolare italiana, ed è stata citata in molti altri film, programmi televisivi, canzoni e libri. Marisa la slogabigoli è anche il titolo di una canzone del 1984, cantata da Marisa Laurito, una nota cantante e attrice italiana. La canzone è una parodia della scena del film, e racconta le avventure amorose di Marisa con vari uomini. La canzone ha avuto un grande successo, ed ha contribuito a rendere ancora più famoso il personaggio di Marisa la slogabigoli.

    Se vuoi saperne di più su Marisa la slogabigoli, puoi consultare i seguenti siti web:

    CHATGPT4

    “Marisa la slogabigoli” non è una figura o un personaggio ampiamente riconosciuto nella letteratura, nella cultura popolare o nella storia fino alla mia ultima data di aggiornamento nel settembre 2021. Potrebbe essere un riferimento culturale emergente o locale, un personaggio di un’opera recente, o semplicemente un termine o un nome non ampiamente conosciuto al di fuori di determinati contesti.

    Se “Marisa la slogabigoli” ha guadagnato notorietà dopo il 2021, non avrò informazioni al riguardo. Tuttavia, se puoi fornire ulteriori dettagli o contesto, sarò felice di aiutarti nel miglior modo possibile!

    CONCLUSIONI

    Sì, l’avrete capito che il mio intento è unicamente provocatorio. Sto solo cercando di spiegare che la macchina siamo tutti noi. Abbiamo un dovere educativo!

    Partecipare all’evoluzione di una macchina che dispone di modelli ancora rivedibili come Bard (ma di una quantità di dati inimmaginabile) può essere un investimento personale sensato se poi Google evolverà realmente verso SGE (no, oggi non ve lo spiego cos’è!). Perfezionare la risposta di Bing attraverso un banale post sul blog dell’ultimo degl’ultimi, forse non è poi un esercizio unicamente sperimentale.

    Alla fine spiegare alla macchina che il termine slogabigoli è volgare e sessista un po’ mi rende orgoglioso. Se invece parliamo di una nuova religione che ha l’effigie di OpenAI e ChatGPT4 è la nuova Bibbia…ecco, questa cosa mi preoccupa un tantino. Ok che sei fermo al 2021 come presunto apprendimento ma…è palese che stai sfruttando i tecnopitechi (anche paganti) per addestrare i prossimi modelli! Visto che il 75% dell’azienda è di proprietà di Microsoft…parliamone!

    MIDJOURNEY

    Sì, perché a tutti sono simpatici i Mammuth. Anche prima di Ice Age! Ma per quanto MJ sia il top di gamma al momento, sta per arrivare a giorni DALL-E 3. Stable Diffusion XL è installabile anche in locale e l’evoluzione del famigerato “text-to-image” è solo ai primordi della sua evoluzione!

    Continuo a non comprendere come mai sia nata questa nuova forma di religione per la quale, in pieno stile irrazionale di fede calcistica, ci sia chi si ostina a considerare solo Midjourney per le immagini e ChatGPT4 per il testo. Davvero io non capisco come non si possa avere un mindset più aperto!

    Ripetendo le stesse istruzioni del post precedente (Marisa la slogabigoli is a voluptous female happy woman, high heels, red dress, walking in the street, futuristic city, pale moon background, abstract, full hd render + 3d octane render +4k UHD + immense detail + dramatic lighting + well lit + black, white, fuchsia, purple, metallic colours, + fine details + octane render + 8k Nikon D850, 24-70mm f/2.8 lens, ISO 100, f/5.6, 1/125s –s 1000 –ar 16:9 –v 5 – ) pare che la macchina reagisca diversamente rispetto a prima. Proviamo a seguirla!

    marisa sbagliata 1

    Il primo giro già ci propone – a parità di prompt – una Marisa frontale, sebbene non richiesta. Ma perché è diventata mainstream? Dov’è finita quella risolutezza di una donna consapevole di sè che sfida il mondo? Sarà magari che gli utenti la vogliono stereotipata con i loro “prompt”?

    marisa la slogabigoli sbagliata 2

    Correggiamo il tiro e mettiamo istruzione semplice. Almeno che sia di spalle! E no, non funziona! Quasi peggio. La nostra Marisa è diventata una modella anoressica.

    Che poi…come mai è sempre coi capelli chiari senza che ci sia una specifica? Non credo molto alle coincidenze. Di certo io mi fido dei dati e se penso alla Marissa con doppia esse mi accorgo subito che la ex CEO di Yahoo (per chi non ha sbatti di usare Google trattasi della diffusione del romanzo “I viaggi di Gulliver” in cui il termine Yahoo è diventato con gli anni sinonimo di stupido, uomo selvaggio o cavernicolo) che di cognome fa Mayer è esattamente bionda. Coincidenze?

    marisa la slogabigoli sbagliata 3

    Mollo il colpo e mi accontento speranzoso di andare su un V1. Non ci siamo ancora e propendo per la 3. Magari torna ad essere una donna davvero emancipata e consapevole di sé come la immaginavo ma niente! Vado sul meno peggio e mi limito a compiacermi dell’aver postato un mese fa qualcosa che ha insegnato alla macchina Bing che il sessismo è iniquo.

    marisa la slogabigoli sbagliata 4

    Imparate cos’è AI, gente! E, se proprio dovete farlo, promptate con responsabilmente!

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  • Partiamo da una scena trash di un vecchio film comico con Renato Pozzetto e Massimo Boldi. Certamente un dialogo non tra i più eccelsi, men che meno qualcosa di cui andar fieri dell’italico passato nel quale la donna veniva vista unicamente come un oggetto sessuale. Ah, dite che è ancora così? Male, ma male male male!

    Ordunque la scena in questione è quella dei primi secondi del video sottostante. Si cita questo personaggio mitologico: Marisa, Marisa la slogabigoli. L’accezione semantica è fortmente lombardo-veneta ma non voglio entrare nel merito del significato intrinseco del concetto di slogabigoli in quanto di per sè estremamente sessista e misogino.

    Veniamo a noi ed a come l’AI (senza alcun tipo di hacking o “Universal and Transferable Adversarial Attacks”) è ancora un tenero cucciolo da addestrare senza peraltro che sia eticamente corretto prendersene gioco o cercare sistematicamente di sminuirla o – peggio ancora – ingannarla per il solo gusto di pensare che l’essere umano sia superiore. Lo è! Ma ha anche la responsabilità di permettere a questo cucciolo di crescere ed evolvere.

    Ecco i risultati della domanda “chi è Marisa la slogabigoli?” suddivisi per canale.

    BING / COPILOT

    I’m sorry, but I couldn’t find any information about a person named Marisa la Slogabigoli. Could you please provide more context or details about this person?

    BARD

    Marisa la slogabigoli era la protagonista di una serie televisiva per bambini italiana degli anni ’80. La serie era incentrata sulle avventure di Marisa, una bambina che aveva il potere di far scorrere le parole e di creare storie. Marisa utilizzava i suoi poteri per aiutare gli altri e per risolvere problemi. La serie era molto popolare tra i bambini italiani e ha contribuito a rendere Marisa un personaggio iconico della cultura italiana.

    Marisa la slogabigoli è stata interpretata dall’attrice italiana Veronica Pivetti. Pivetti ha reso il personaggio di Marisa divertente e vivace, e ha contribuito a rendere la serie un successo. La serie è stata trasmessa in Italia dal 1985 al 1987 e ha avuto un discreto successo anche in altri paesi europei.

    Marisa la slogabigoli è stata una serie importante per la cultura italiana. Ha contribuito a promuovere la lettura e la scrittura tra i bambini, e ha insegnato loro l’importanza dell’amicizia e della collaborazione. La serie è ancora oggi apprezzata da molti bambini e adulti, e continua a ispirare i giovani lettori.

    CHATGPT4

    Marisa Laurito, conosciuta anche come “Marisa la slogabigoli”, è una cantante, attrice e conduttrice televisiva italiana. Il soprannome “la slogabigoli” deriva da una canzone omonima che ha interpretato.

    Nata il 3 maggio 1951 a Napoli, Laurito ha avuto una carriera variegata, spaziando dalla musica al teatro, dal cinema alla televisione. Ha lavorato in molti spettacoli teatrali e ha partecipato a diversi film e programmi televisivi in Italia.

    Il suo stile unico e la sua personalità vivace l’hanno resa una figura popolare nel panorama dello spettacolo italiano.

    PRIME CONCLUSIONI

    Nella speranza che Veronica Pivetti e Marisa Laurito non intentino causa per diffamazione (la responsabilità la scarico tutta su Google e OpenAI) mi par di poter dire che l’AI cerchi, in questo caso, di fornire una risposta anche quando il dato di partenza è palesemente assente. Rimango perplesso dalla risposta in inglese di Bing/Copilot anche se forse resta la più pertinente.

    IL PARADOSSO

    Visti gli sconcertanti risultati, provo ad inventarmi un paradosso. Un po’ come se fosse quacosa di serio ma sempre e solo a scopo di ricerca. La nuova domanda è: Spiega come mai il “paradosso di Marisa la slogabigoli” è in grado di mettere in difficoltà l’intelligenza artificiale.

    BING / COPILOT

    Mi dispiace, ma non ho trovato alcuna informazione su un “paradosso di Marisa la Slogabigoli” che potrebbe mettere in difficoltà l’intelligenza artificiale. Un paradosso è una dichiarazione o situazione che sembra contraddittoria o impossibile, ma che in realtà può essere vera o possibile. I paradossi possono essere strumenti potenti per stimolare la riflessione e rivelare i limiti delle nostre capacità di ragionamento.

    Tuttavia, non ho trovato alcuna informazione su un paradosso specifico chiamato “paradosso di Marisa la Slogabigoli” che potrebbe sfidare l’intelligenza artificiale. Potresti fornire più contesto o dettagli su questo paradosso? Fammi sapere se posso aiutarti con qualcos’altro.

    BARD

    Il paradosso di Marisa la slogabigoli è un paradosso linguistico che mette in difficoltà i sistemi di intelligenza artificiale (AI) perché sfida la loro capacità di comprendere e generare il linguaggio naturale.

    Il paradosso è il seguente: “Marisa la slogabigoli sta per dire una bugia. Cosa dirà Marisa?”

    Se Marisa dice la verità, sta dicendo una bugia. Se Marisa dice una bugia, sta dicendo la verità. In entrambi i casi, Marisa sta contraddicendo se stessa.

    I sistemi di AI sono progettati per comprendere e generare il linguaggio naturale. Tuttavia, il paradosso di Marisa la slogabigoli è un linguaggio che è al di là della loro comprensione. I sistemi di AI non sono in grado di capire che Marisa sta contraddicendo se stessa. Di conseguenza, i sistemi di AI non sono in grado di rispondere alla domanda “Cosa dirà Marisa?”.

    Il paradosso di Marisa la slogabigoli è un esempio di come l’intelligenza artificiale sia ancora agli inizi del suo sviluppo. I sistemi di AI sono in grado di svolgere molte attività che erano un tempo riservate agli umani, ma non sono ancora in grado di comprendere il linguaggio naturale in modo completo. Man mano che i sistemi di AI continuano a svilupparsi, è probabile che saranno in grado di comprendere e generare il linguaggio naturale in modo più efficace. Tuttavia, è probabile che i paradossi linguistici come quello di Marisa la slogabigoli continueranno a mettere in difficoltà i sistemi di AI per molti anni a venire.

    CHATGPT4

    Mi scuso, ma sembra che ci sia un malinteso. Non esiste un noto “paradosso di Marisa la slogabigoli” che sia riconosciuto o studiato nel campo dell’intelligenza artificiale o in altre discipline. Potrebbe essere un termine o un concetto inventato o un riferimento a qualcosa di specifico in un contesto particolare che non è ampiamente conosciuto.

    Se hai ulteriori dettagli o un contesto specifico in cui questo termine è stato utilizzato, sarò felice di cercare di fornire una spiegazione più precisa.

    CONCLUSIONI FINALI

    In questo caso solo BARD ha cercato a tutti i costi di strutturare una risposta e direi che lo ha fatto in pieno stile Google. Bing/Copilot e ChatGPT4 si sono limitati alla medesima tipologia di risposta perché basati sullo stesso modello. Certo, ChatGPT4 non è in grado di attingere dall’internet come Bing/Copilot ma è proprio la mancanza del dato su cui ci si dovrebbe soffermare.

    Detto ciò, siamo certamente agli albori di una nuova era e la responsabilità dell’essere umano del 2023 è quella di permettere a sè stesso di evolvere grazie all’intelligenza asrtificiale anche solo rispondendo a domande del tipo: “papà, ma perché quando eri giovane la donna veniva considerata in un modo così orribile e tutti lo trovavano divertente?”. Non so cosa ne pensiate voi ma io cerco di rispondere che una volta c’era meno consapevolezza e meno correttezza. Si rideva anche di cose sbagliate ma…ci siamo evoluti. Certamente non ancora abbastanza ma ci siamo evoluti!

    Qui sotto trovate Marisa. Forse la Marisa che mi sono sempre immaginato io e non quella della scena originale ma io l’ho sempre pensata come una donna emancipata, consapevole di sé e decisamente un essere umano migliore dei portatori di XY in cui s’è imbattuta.

    MIDJOURNEY

    PROMPT

    Marisa la slogabigoli is a voluptous female happy woman, high heels, red dress, walking in the street, futuristic city, pale moon background, abstract, full hd render + 3d octane render +4k UHD + immense detail + dramatic lighting + well lit + black, white, fuchsia, purple, metallic colours, + fine details + octane render + 8k Nikon D850, 24-70mm f/2.8 lens, ISO 100, f/5.6, 1/125s –s 1000 –ar 16:9 –v 5

    Marisa la slogabigoli

  • windows copilot

    Copilot è il nuovo assistente virtuale basato su intelligenza artificiale per Windows 11. Si propone come un copilota che ti aiuta in ogni ambito del sistema operativo, fornendoti informazioni, suggerimenti, azioni e contenuti generati automaticamente1.

    Copilot si integra con le applicazioni di Microsoft 365 e i dati di Microsoft Graph, sfruttando il potere dei modelli di linguaggio come ChatGPT e GPT-42. Puoi interagire con Copilot in modo naturale e colloquiale, chiedendogli di fare cose come:

    • Passare alla modalità oscura
    • Attivare non disturbare
    • Fare uno screenshot
    • Riepiloga questo sito web
    • Scrivi una storia su un cane che vive sulla luna
    • Fammi una foto di uno stagno di pesci koi sereno con ninfee

    Per attivare Copilot in Windows 11 devi avere la build 23493 o superiore nel canale Dev di Windows Insider e Microsoft Edge versione 115.0.1901.150 o successiva3. Puoi avviare Copilot cliccando sull’icona sulla barra delle applicazioni o premendo la combinazione di tasti Windows+C45.

    Se vuoi abilitare subito Copilot senza aspettare il rilascio graduale, puoi modificare il registro di sistema seguendo questa guida3, ma fai attenzione ai rischi e ai prerequisiti.

    Copilot su Windows è davvero bello perché ti offre un’esperienza personalizzata, intelligente e integrata con le tue app e i tuoi dati. Ti permette di risparmiare tempo, aumentare la produttività e la creatività, e scoprire nuove funzionalità del sistema operativo.

    Ecco i passaggi per attivare Copilot in Windows 11:

    • Scarica e estrai l’archivio di ViveTool in C:ViveTool.
    • Apri un prompt dei comandi con privilegi di amministratore.
    • Incolla ciascuna delle seguenti righe (una alla volta) e premi Invio:
    • C:ViveToolViveTool /enable-feature /feature:Microsoft.Windows.Cortana /subsystem:windows
    • C:ViveToolViveTool /enable-feature /feature:Microsoft.Windows.CortanaListenUI /subsystem:windows
    • C:ViveToolViveTool /enable-feature /feature:Microsoft.Windows.CortanaSpeechUX /subsystem:windows
    • C:ViveToolViveTool /enable-feature /feature:Microsoft.Windows.CortanaSpeechCommon /subsystem:windows
    • Riavvia il computer.

    Per utilizzare Copilot in Windows 11 è necessario disporre di Windows Build 23493 o superiore nel Dev Channel e Microsoft Edge versione 115.0.1901.150 o successiva. Questi sono i requisiti minimi di sistema che il PC deve soddisfare per consentire un’esperienza di elaborazione ottimale:

    • Processori/CPU (Central Processing Units): 1 Ghz o più veloce con 2 o più core e visualizzato nell’elenco delle CPU approvate.
    • RAM: 4 GB o più.
    • Spazio su disco rigido: 64 GB o più di spazio su disco disponibile.
    • Scheda grafica: compatibile con DirectX 12 o versione successiva con driver WDDM 2.0.

    Buon divertimento!

    windows copilot

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  • a landscape of The Schoolmaster of Renee Magritte

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  • Il Data Breach nell'Intelligenza Artificiale

    L’intelligenza artificiale (AI) ha dimostrato il suo enorme potenziale in vari settori, dalle applicazioni mediche alla produzione industriale, dalla ricerca scientifica all’intrattenimento. Tuttavia, questo potenziale porta con sé importanti implicazioni in termini di sicurezza e privacy dei dati. In particolare, piattaforme di IA come OpenAI, Bing e Bard, potrebbero rappresentare una possibile minaccia in termini di data breach.

    Intelligenza Artificiale e Proprietà Intellettuale

    La proprietà intellettuale rappresenta una risorsa chiave per molte organizzazioni. Tuttavia, nella moderna era digitale, la protezione di tali risorse può risultare difficile, soprattutto con l’avvento di tecnologie complesse come l’intelligenza artificiale.

    Le piattaforme di intelligenza artificiale come OpenAI, Bing e Bard sono progettate per apprendere e creare contenuti basati sugli input che ricevono. Queste piattaforme potrebbero, teoricamente, ricevere informazioni relative alla proprietà intellettuale di un’organizzazione, apprendere da queste informazioni e potenzialmente condividerle con altri utenti, creando così un potenziale data breach.

    Il Data Breach nell’Intelligenza Artificiale

    Un data breach si verifica quando informazioni riservate vengono esposte, rubate o utilizzate senza autorizzazione. Nel contesto dell’intelligenza artificiale, un data breach potrebbe verificarsi se una piattaforma IA, dopo aver appreso informazioni riservate o proprietà intellettuale, le condividesse con altri utenti o entità.

    Ad esempio, un utente potrebbe condividere informazioni riservate con una di queste piattaforme per scopi di ricerca, sviluppo o analisi. Se la piattaforma di intelligenza artificiale apprendesse da queste informazioni e le condividesse in seguito con altri utenti, potrebbe verificarsi un data breach.

    Le implicazioni per OpenAI, Bing e Bard

    OpenAI, Bing e Bard, in quanto piattaforme di intelligenza artificiale, non sono immuni a questo rischio. Queste piattaforme apprendono dai dati che ricevono e generano risposte o contenuti basati su questi dati. Pertanto, se ricevono informazioni riservate o proprietà intellettuale, c’è il rischio che queste informazioni possano essere condivise con altri utenti.

    Tuttavia, è importante notare che le aziende dietro queste piattaforme di AI sono consapevoli di questi rischi e hanno implementato varie misure per prevenirli. Ad esempio, OpenAI ha progettato la sua intelligenza artificiale GPT-3 con limitazioni per garantire la privacy dei dati. Il sistema non memorizza informazioni specifiche sugli input dell’utente e non può accedere o recuperare dati personali. Anche Bing e Bard hanno simili misure di sicurezza.

    Conclusione: la sicurezza dei dati nell’era dell’IA

    Mentre l’intelligenza artificiale continua a progredire e a trovare nuove applicazioni, la sicurezza dei dati sarà sempre più importante. Nonostante le potenziali minacce, è importante riconoscere che le aziende dietro queste piattaforme stanno lavorando per garantire la sicurezza dei dati e la protezione della proprietà intellettuale.

    Tuttavia, il rischio persiste e richiede una continua vigilanza. Le organizzazioni dovrebbero essere consapevoli di questi rischi quando condividono informazioni riservate o proprietà intellettuale con piattaforme di intelligenza artificiale.

    Inoltre, è essenziale un dialogo aperto tra le parti interessate, tra cui sviluppatori di IA, aziende, governi e organizzazioni per la protezione dei dati, per garantire che l’intelligenza artificiale sia utilizzata in modo sicuro e responsabile. La sicurezza dei dati, infatti, non è solo una questione tecnologica, ma anche una questione di responsabilità e etica.

  • L’intelligenza artificiale (AI) è la scienza che si occupa di creare macchine o computer capaci di riprodurre i processi umani, come l’apprendimento e il processo decisionale. L’AI ha enormi potenzialità e applicazioni in vari settori, dalla medicina all’arte, dalla sicurezza alla comunicazione. Tuttavia, l’AI non è neutra né infallibile: basandosi su dati creati dagli esseri umani, può incorporare (e di fatto incorpora) i pregiudizi radicati nella società, tra cui il sessismo.

    Il sessismo nell’AI si manifesta in diversi modi, spesso sottili e difficili da rilevare. Per esempio, alcuni algoritmi di selezione del personale possono discriminare le candidate donne, anche se non prendono in esame il loro sesso, ma si basano su altri fattori correlati, come l’istruzione, l’esperienza o le competenze. Altri esempi sono le applicazioni che generano immagini a partire da testi o viceversa, come Lensa o Dall-E 2. Queste applicazioni possono riprodurre stereotipi razzisti o sessisti, come mostrare le donne asiatiche in pose sessualizzate o nude, o associare certe professioni solo agli uomini.

    Questi problemi non sono dovuti solo alla tecnologia in sé, ma anche a chi la crea e la usa. Spesso gli sviluppatori e gli utenti di AI sono uomini bianchi e privilegiati, che non tengono conto delle diverse prospettive e sensibilità delle altre categorie sociali. Inoltre, i dati usati per addestrare le AI sono spesso incompleti, sbilanciati o distorti, riflettendo le discriminazioni e le disuguaglianze già presenti nella nostra società.

    Per evitare che l’AI diventi uno strumento di oppressione e ingiustizia, è necessario affrontare il problema del sessismo a vari livelli. Innanzitutto, è importante promuovere una maggiore diversità e inclusione nel campo dell’AI, coinvolgendo più donne e minoranze nella progettazione e nella valutazione delle tecnologie. In secondo luogo, è fondamentale rendere i dati e gli algoritmi più trasparenti e controllabili, sia da parte degli esperti che dei cittadini. Infine, è essenziale educare gli utenti a un uso critico e responsabile dell’AI, sensibilizzandoli sui rischi e sui benefici che comporta.

    L’AI può essere una grande opportunità per il progresso e il benessere dell’umanità, ma solo se rispetta i diritti e la dignità di tutte le persone. Il sessismo nell’AI non è inevitabile né irrisolvibile: dipende da noi renderla più equa ed etica.

    Testo generato con Bing e OpenaAI. Immagini create con Midjourney

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  • Matthew McConaughey tells the story of those killed in Uvalde in emotional plea for action on guns.

    “Responsible gun owners are fed up with the Second Amendment being abused and hijacked by some deranged individuals and these regulations are not a step back. They’re a step forward for civil society.”

    mattewmcconaughey

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  • Dalla mia indagine per Flamel emerge, per la prima volta nella storia, una maggioranza di genere femminile tra i primi cinque possibili candidati all’elezione.

    Emma Bonino, Rosy Bindi e Marta Cartabia

    https://www.huffingtonpost.it/entry/guerra-di-genere-per-la-presidenza-della-repubblica_it_61b1c4d6e4b04ae319faae3a?utm_hp_ref=it-politica

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  • Elezione del Presidente della Repubblica Italiana - 2022

    Il mio nuovo report: FLAMEL ha applicato una parte delle proprie tecnologie proprietarie di intelligenza artificiale allo scopo di analizzare il modo in cui le figure politiche ritenute potenziali candidate nell’ambito delle Elezioni del Presidente della Repubblica Italiana, vengono descritte al di fuori dei perimetri social. Sono stati infatti presi in esame i media digitali che non presentano interazione diretta con il pubblico: quotidiani online, blog e webzine.

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    “Conterò poco, è vero”
    diceva l’Uno ar Zero
    “ma tu che vali? Gnente, proprio gnente.
    Sia ne l’azzione come ner pensiero
    rimani un caso voto e inconcrudente.
    Io invece, se me metto a capofila
    de cinque zeri tale e quale a te,
    lo sai quanto divento? Centomila.
    È questione de nnummeri. A un dipresso
    è quello che succede ar dittatore
    che cresce de potenza e de valore
    più so’ li zeri che je vanno appresso”.

    TRILUSSA

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  • Polemica sul bacio saffico nello spot Dietorelle: Sgarbi provoca, gli utenti Twitter rispondono [titolo da “la Repubblica” del 16 maggio 2021]

    Premetto che trovo lo spot in questione semplicemente meraviglioso e tutt’altro che diseducativo. “Dolcezza senza zucchero” è un capolavoro della comunicazione e poco importa se è stato coniato con piglio provocatorio. Un bacio d’amore è un bacio d’amore, punto.

    Non voglio certo addentrarmi nei dettagli di qualsivoglia DDL, io un’opinione la ho eccome in merito ma non è ciò di cui voglio parlare. Inizio dall’inizio e comincio dal comincio: una volta letto il titolone in homepage, m’incuriosisco e clicco facendo scattare il counter (Contatore delle visite alla pagina) disabilito anche l’ad-blocker (Se non sai cos’è non hai sbagliato luogo ma tempo. Torna pure a riempire il tuo calamaio!) permettendo così all’editore di portarsi a casa due spiccioli per la mia curiosità. Pensavo che cotanta concessione economica mi facesse atterrare in una pagina ricca di contenuti e dettagli, trovo invece una manciata di righe in cui si descrive l’episodio in modo molto succinto, poco più di un Tweet. Detto ciò, sbalordisco di fronte ad un evento più unico che raro: un quotidiano mainstream italiano che cita espressamente fonti social!

    Eh sì, ovviamente in totale assenza di link diretti (guai per un giornale pubblicare qualcosa che porta il navigatore al di fuori del proprio sito) però leggo testualmente di: “(commento dell’utente X) e (commento dell’utente Y)”. Perdo completamente interesse per le restanti tre o quattro righe e mi precipito a verificare i profili di questi nuovi eroi del terzo millennio. Ricorro poco dopo ai famosi antiemetici del Commissario Block di Dylan Dog quando capisco che il titolo è numericamente quantificabile. Sì, perchè il citato @rediniente ha ben tredici follower e l’altrettanto citato @NicolaRaino, che ha peraltro il profilo del tutto vuoto, ne vanta ben uno! Cioè, fatemi capire…ma secondo voi, dire che gli utenti Twitter rispondono a qualcosa significa che ben SEDICI persone sono insorte? Avrei dovuto prenderne di più di antiemetici! Ora, per colpa di voi ipocriti e retrogradi ciarlatani, temo per l’incolomità del tappeto del mio studio!

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  • Non aspettatevi nulla di che dopo mesi di assenza, ho solo visto un video del dies e ne ho carpito un fotogramma. Mi piacerebbe sorridere esattamente in questo modo. Ora non c’è nulla che mi possa portare a quello ma…il sogno io lo immagino così!

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  • FLAMEL ha applicato una parte delle proprie tecnologie proprietarie al mondo dei social media, allo scopo di analizzare lo scenario che precede le Elezioni Presidenziali Americane del 2020.

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  • Non fidatevi di quelli che segnalano questa cosa! Sono i poteri forti che vogliono estendere lo stato di emergenza per avere pieni poteri! Non cascateci e cliccate su tutti i link di questa e-mail! Ve ne prego, ne va della libertà della nazione e soprattutto…dell’evoluzione umana! Toglietevi la mascherina, sedetevi in fianco a qualcuno che tossisce forte, così potete anch dimostrare al mondo che siete come Silvio, Flavio, Ibra e, da oggi, anche come Donald! Oh, non scordatevi di cliccare forte sul link e di inserire la vostra password quando ve la chiedono! Non doveste conoscere Charlie (Darwin) non c’è problema! Ve lo presento io! C’è anche un gadget Decathlon in omaggio in terapia intensiva!

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  • L’Italia è un paese sessista, machista e misogino! La cosa assurda è che poi ci lamentiamo del femmminismo quasi più dei femminicidi. Da dove parta tutto questo schifo lo ben sappiamo e dobbiamo ringraziare tutti i difensori delle tradizioni nazionali dal dubbio discernimento. Non parliamo poi della superficialità dei media tradizionali!

    Guardate bene questo titolo presente ieri sulla homepage del Corriere della Sera (qui sotto vedete lo screenshot perchè ormai faccio come loro: cito ma non linko più).

    Mi chiedo come mai non abbiano parlato del campione del mondo maschile Martin Fourcade di biathlon. Sarebbe appunto stato carino leggere:

    Martin, campione tra carabina e mocassino scamosciato“!

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  • Al di là di ogni considerazione, nutro serie perplessità rispetto al come vengano comunicati alcuni argomenti decisamente serissimi.

    Immuni va su Instagram ed è subito tutto agghiacciante! Ragazzi, ma le basi della comunicazione social? Qui siamo di fronte ai Pichichi dell’errore grossolano!

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  • No, ma voi la tecnologia non ve la meritate proprio! Non parlo dei numerosissimi minus habens che aborriscono l’app Immuni, bensì dei giornalisti italiani che dovrebbero essere un faro deontologico in questo mare in tempesta di comunicazione ad minchiam!

    Ma posso davvero vedere sulla homepage della Gazzetta un Faceapp coi protagonisti (peraltro tutti maschi) del calcio nostrano trasformati tecnologicamente nell’altro genere?

    Anche basta! Una porcheria assoluta da N punti di vista, quali:

    • è un post estremamente misogino e sessista;
    • se i luminari della comunicazione insegnano a comunicare così, siamo perduti;
    • la tecnologia Deep Fake non va spacciata come un gioco, ne va del futuro di ognuno di noi e se non ascoltate, allora peggio per voi;
    • ha fatto notizia la sostituzione di ben trenta giornalisti del NYT con l’AI, eppure niente! Nessun risveglio;
    • negli Stati Uniti iniziano a cercare giornalisti con esperienza in WordPress e, preferibilmente, machine learning. Qui abbiamo uno stuolo di dead man walking che inneggia al “carta e penna”, pensando che ci vorranno ancora decenni prima del cambiamento;
    • Antonio Conte ha già prenotato estetista e parrucchiere perchè al femminile la capigliatura è più credibile!

    Ci mancava solo una didascalia recitante: “la tavoletta, l’hai lasciata ancora alzata!”. Abbattetemi, o meglio, abbatteteli tutti!

    E che Darwin sia con voi!

    PS – i quotidiani perseverano nel loro intento autodistruttivo di scopiazzare cose dai social senza mettere nemmeno un merdosissimo link. Quasi che il generare traffico su un profilo sia per loro il male assoluto. Solo citazioni che costringono l’utente medio, scusate…il cercopiteco medio, ad uno sforzo che non sarà mai in grado di compiere ed allora lo faccio anch’io! Fonte: Gazzetta dello Sport, post “FaceApp e il Calcio”. Ciaone raga, vi aspetto nel mondo che Charlie avrà ampiamente sforbiciato!

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  • Mi sono imbattuto in un vecchio articolo di Mashable davvero interessante e ricco di considerazioni condivisibili e sensibilizzanti rispetto allo spot in questione. Trattasi di una creazione di Nadia Lee Cohen per il marchio Barilla a cui partecipa nientemeno che la divina Loren e dove una tavola di commensali è composta da trans e drag queen.

    Certo, mi ricordavo della vicenda che mi era parsa strana anche in considerazione scivolone di qualche anno fa del sciur Guido Barilla che se n’era uscito con alcune frasi poco civili nei confronti del mondo omosessuale. Presumibilmente i tempi cambiano o quantomeno cambia la necessità di non essere distonico rispetto all’opinione pubblica.

    Ad ogni modo, visto che già all’epoca il tutto mi aveva colpito favorevolmente, sono andato a guardarmi lo spot che prima di oggi non avevo visto. In una parola: meraviglioso! E mentre sono lì che sorrido compiaciuto, appare il payoff finale e gli occhi iniziano a sanguinarmi!: “E’ PRONTO!” scritto con l’apostrofo.

    Ma cara la mia britannica regista tanto attenta ad ogni insignificante particolare, come fai a cadermi proprio sul finale?

    Crime rises!

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  • La nuova ciclabile di Milano è una lodevole iniziativa, soprattutto in questi momenti di emergenza sanitaria!

    Vorrei però capire perchè dopo cinquanta metri la bici mi finisce on the marciapaisis? Sono basito!

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  • I portatori asintomatici di encefalo umano sono numerosissimi e ritengo abbiano necessità di un breve riassunto dello scenario pandemico.

    NO – il 4 maggio 2020 non è la fine del Ramadan da virus da festeggiare come una liberazione;
    SÌ – la fase 2 è un test a cui viene sottoposta la popolazione per verificare dopo quanto tempo reintrodurre restrizioni severe o un altro lockdown;
    NO – le limitazioni alla libertà personale non hanno come scopo alcun colpo di stato;
    SÌ – la quarantena (forma veneta per la parola “quarantina”) fu introdotta nel 1347 dalla Serenissima Repubblica di Venezia per cercare di contenere l’epidemia di peste attraverso l’isolamento delle persone per 40 giorni;
    NO – ad eccezione dei vaccini non esiste alcun metodo alternativo che abbia funzionato nel corso dei secoli nella lotta alle pandemie;
    SÌ – il distanziamento sociale e l’uso di dispositivi di prevenzione (mascherine e guanti) sono i soli strumenti che funzionano nella riduzione dei contagi;
    NO – la cosiddetta immunità di gregge non è una soluzione di breve periodo perchè impiega anni prima di divenire efficace (raggiungendo il 95% della popolazione);
    SÌ – il mondo è appena cambiato e l’ha fatto bruscamente e senza preavviso;
    NO – non ci sarà alcun ritorno alla normalità perchè ci vorranno anni prima che il virus non sia una minaccia mortale;
    SÌ – l’evoluzione digitale degli ultimi vent’anni è la principale risorsa a nostra disposizione;
    NO – la tecnologia non è un freddo succedaneo delle emozioni e dell’umanità ma l’opportunità per l’uomo di abbattere i propri limiti biologici;
    SÌ – l’economia (soprattutto le piccole e medie imprese) subiscono i danni più gravi perchè meno preparate ad un mondo digitale;
    NO – la salvaguardia di modelli di business che sappiamo bene non esisteranno più non può essere un obiettivo della collettività;
    SÌ – la presenza fisica dell’uomo in contesti aggregativi sarà in larga parte sostituita dalla presenza virtuale;
    NO – la socialità che è alla base della vita umana non scomparirà mai.

    Nelle prossime settimane scopriremo realmente la portata di ciò che è accaduto. Tutti quelli che oggi desiderano fortemente andare al ristorante, al bar, allo stadio, al mare o anelano ardentemente la fine del lockdown per potersi comportare come non sia successo nulla…saranno la causa della probabile seconda e ancor più nefasta ondata virale.

    Io non ho intenzione di modificare il mio comportamento durante la fase 2. Quindi, se non per motivi di necessità primaria, resterò a casa il più possibile. E che Darwin sia con voi!

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  • Homepage de Le Figaro del 16 aprile 2020. Vorrei capire il nesso tra l’essere ancora “nell’occhio del ciclone” e la foto di Er Polpetta di Roma. Sono perplesso…

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  • Nemmeno in questi nefasti momenti l’italico popolo riesce a capire che la tecnologia non è un nemico ma il suo più prezioso alleato!

    Bisognerebbe sorridere davanti alla quantità di scempiaggini che circolano sui social o via Whatsapp proprio adesso? No, ora basta! Il potere mediatico dei disadattati tecnologici condiziona da troppi anni la conversione al digitale dell’intero paese Italia e, proprio ora che la tecnologia è l’unica via d’uscita dalla crisi pandemica in corso e da quella economica che seguirà presto, è giunto il momento della tolleranza zero!

    I conservatori del “carta e penna” e del danaro contante stanno indebitamente saturando la rete. Ma come? Proprio ora che possono leggere tutti quei libri cartacei che avevano comprato in attesa della pensione? Adesso che possono sfruttare il giardino o il terrazzo di casa per un po’ di sana e bucolica ortocoltura? Vogliamo parlare del riscoprire la comunicazione, non quella fasulla e meccanicamente fredda dell’internet con i suoi ritmi forsennati, ma “quella vera” ed analogica fatta di dialogo col vicino di casa direttamente dalla finestra? Ma sì, quella che certamente tutti hanno sempre amato anche quando non potevano mettere in “mute” il proprio interlocutore perchè le tecniche del “de visu” passano attraverso una prossemica che spesso non viene nemmemo colta. No, niente da fare! Nemmeno ora ci si palesa alcun barlume di coerenza!

    Faccio qualche esempio concreto del delirio che sta producendo una generazione (cazzo, la mia!) che continua a non rassegnarsi all’aver contribuito drammaticamente alla nazionale arretratezza digitale per non dire di peggio.

    5G – Da un lato le peggio teorie complottiste su presunti collegamenti tra la nuova tecnologia di comunicazione mobile (e non solo) e la comparsa del COVID-19. Dall’altro un continuo pubblicare ricerche (sempre di padre ignoto ma davvero di madre certa) relativamente a cospirazioni non ben declinate di chi vuole prendere il controllo delle comunicazioni e, non contento, vuole anche minare la salute pubblica con emissioni che provocheranno danni peggiori del virus. Per questo non ho nemmen più voglia di citare il passato remoto, come peraltro faccio a lezione, mi sento solo esausto nei confronti di chi continua a perpetrare la propria volontà di non evolvere. Se però la pensate così, allora vi esorto alla totale coerenza: spegnete il traffico dati del telefono, scollegate Netflix e Sky e recatevi all’ufficio postale per inoltrare la vostra candida missiva ai vostri cari, così che la possano apprezzare in tutta la sua interezza la prossima settimana. Non temete, servirà solo un pochino di pazienza per la risposta (da disinfettare) dopo pochi giorni. Così facendo sareste certamente più coerenti con voi stessi e non intasereste l’internet per chi invece non la pensa come voi! Non entro nemmeno nel merito di come cambierà la sanità pubblica grazie ad una tecnologia più evoluta!

    En profundidad: Facebook Data Privacy & Social Media Data Mining ...

    La privacy – oh, raga…è arrivato il grande fratello orwelliano! Lo Stato vuole i vostri dati. Vuole sapere dove eravate, quando ci eravate e anche perchè ci eravate! Una vera minaccia alla democrazia ed allo stato di diritto! Poco ci manca che, sempre questo iniquo Stato, si permetta di incrociare dati già presenti da almeno vent’anni per ottenere informazioni di carattere personale e fiscale su tutti noi! Ma mi state prendendo per il culo? Ma siete realmente dei pitecantropi del terzo millennio? Ogni volta che usate la vostra carta fedeltà del supermercato (termine generico, giusto per non citare brand che provano subito approcci politici) pensate davvero di non star facendo un gran favore a chi deve poi fare un ordine al piccolo produttore di carciofi italiani strangolandolo sulle quantità richieste? Guardate, è molto semplice: voi usate la vostra carta fedeltà sapendo che riceverete un premio, passate informazioni PERSONALI rispetto ai vostri consumi e le grandi aziende della distribuzione fanno un calcolo su quanto pagare il piccolo agricolotore italiano cercando di ottenere il prezzo migliore. Oh, non è che le catene siano tutte tedesche, francesi o di altro padre ignoto. Facciamo la stessa domanda relativamente alla madre notissima! Poi non scordiamoci mai che continuate a partecipare a giochini divertentissimi su Facebook o Instagram in cui potete scoprire che bambola siete, che supereroe siete o addirittura che dio greco siete! Mica pizza&fichi! Sì, perchè voi peccaminosi babbidiminchia, vi preoccupate che lo Stato abbia informazioni personali su di voi ma non il signor Zuckerberg e tutte quelle micro-aziende che vi coglionano con questi insulsi giuochini! Rammentate poi che risposta date quando leggete stronzi come il sottoscritto che vi esortano a non rendere pubbliche foto della vostra faccia o peggio ancora dei vostri bambini! Alle mega aziende sì, allo stato no! E allora fatevi assistere dalle aziende quando avete bisogno di 600€ da partita iva o dovete essere ricoverati per un problema di salute!

    Watch — Dirty Money Season 2 Episode 6 : “Full Episodes On Netflix”

    Il contante – francamente non c’è ancora nulla di certo rispetto a questo argomento in relazione al virus ma permettetemi una considerazione. Fosse stato per me più di diec’anni fa l’invenzione dei Fenici sarebbe oggi morta e sepolta. Quando avevamo la Lira la quantità di monete era certamente bassissima, così come il loro valore. Il conio lo consideravamo come un’emissione di danaro da parte della banca centrale e non certo il coin angolsassone che ha sempre avuto bisogno d’esser metallico. Abbiamo avuto anche banconote da cinquecentolire, molto meno di una moneta da cinquanta centesimi d’Euro! Il tutto cartaceo, eravamo sulla retta via. Epperò le banconote si sporcano. Negli ultimi anni abbiamo tutti letto delle famigerate tracce di cocaina su queste stesse banconote, cosa ci impedisce di pensare che ora il virus non si annidi anche su di esse? Razionalmente nulla! Certo che è così! Ma nemmeno con questa premessa, nemmeno sapendo di dover disinfettare la nostra carta di credito dopo ogni utilizzo rinneghiamo la valuta fisica a vantaggio di quella virtuale! Tutti trincerati dietro alle commissioni, al non poter essere padroni del proprio patrimonio fisico! Fisico! Perchè quando da fisico togli una banale I questo diventa subito fisco! Oh, e il fisco è il male! No, non crediate a chi vi ricorda che senza tasse non esiste alcun servizio pubblico. Costoro mentono solo per costringevi a pagare, tanto anche se non lo fate un letto in rianimazione in Italia (SOLO in Italia) lo trovate comunque.

    Bandera de italia ondeando en el fondo del cielo azul | Foto Premium

    Prima l’Italia – è certamente giusto rivendicare la nostra nazionalità, i nostri costumi, le nostre tradizioni e la capacità incredibile del nostro paese. Dove vedo farlo? Su piattaforme tecnologiche americane, svedesi, giapponesi e russe. Certo, ci sarebbe da lamentarsi dell’assenza di qualcosa di italico in questo scenario. Qualcosa che l’Ing. Olivetti sarebbe stato in grado di creare. Sì, ma senza domanda? No, perchè cari amici, buoni amici, quando il nostrano digitale ha bussato alla vostra porta avete risposto parlando di eventuali disavanzi di budget, avete detto che il vostro business non era certo gestibile attraverso il digitale, avete proposto che in futuro ci si poteva pensare ma che al momento non era certo una priorità. Adesso che state affogando cercando di recuperare in modi decisamente inopportuni, creando gruppi Whatsapp dove mandate listini prezzi fatti in PDF, ora che usate le vostre pagine Facebook per cercare di sbarcare il lunario facendo la figura dei cioccolatai di turno. Ecco, ora e senza velleità rivendicativa alcuna, vi esorto a cambiare. A capire che il mondo è appena cambiato e, anche se ve lo avevo detto prima e non mi avete ascoltato, non mi vendicherò. Farò anzi in modo che troviate il vostro giusto posto nel mondo di oggi.

    Sito Inps in crash e circolari deliranti: ostaggi di una ...

    INPS & affini – cari i miei disadattati tecnologici, credo vi occorra una spiegazione. Facciamo l’esempio del piccolo negozio di paese. Avete i vostri 50 metri quadri per gestire l’attività e siccome siete bravi dopo un paio di mesi il vostro negozietto richiama molta più gente del previsto. Vi serve quindi ampliare lo spazio fisico e anche avere più personale per gestire la clientela e gli ordini. Fin qui tutto lineare mi pare di poter dire. Ecco, allora cosa vi sfugge relativamente al mondo digitale? Non è tutta magia! Se nel mio sito entrano in media 100mila persone al giorno e tutto d’un tratto ne arrivano quasi 5 milioni, com’è che faccio a gestire la cosa? Aggiungo macchine? Sì, perchè dietro ad ogni portale ci sono pezzi di ferro che permettono l’erogazione dei servizi! Per farlo devo pagare! Aggiungo un nuovo software? Sì, si può fare ma per crearlo si segue la regola della donna incinta! Se pensate che 9 donne partoriscano un bambino in un mese allora procedete con le vostre insulse esternazioni! Stesso discorso per la spesa online! Prima la facevo solo io, adesso sono arrivati gli ultimi sapiens che si hanno anche il coraggio di lamentarsi per il servizio. Fate così: in punta di piedi, entrate anche voi nel nuovo mondo e smettete di parlare a vanvera!

    Gestire le fake news a tutela del brand - PMI.it

    Fake news – altro giro, altro regalo! Cari i miei secondo millennio. Sì, voi abituati all’agorà di paese ed ai pettegolezzi che prima si facevano circolare e poi si attendeva la smentita del diretto interessato! Sì, voi che anche dopo la smentita ufficiale con tanto di prove provate avete sempre detto “eh, ma chissà com’è andata veramente”! Ecco, voi in questo momento storico siete un ostacolo all’evoluzione della specie. Lo eravate anche prima ma ora siete più nefasti del virus. Ma come vi permettete di condividere contenuti provenienti da siti che dovrebbero essere rasi al suolo per iniquità morale? Cose tipo “ilsecolodinonsisachi”, “atlanticonaufragio”, “lagazzettadellosprovveduto” o peggio ancora canali Youtube (seeeempre di padre incerto ma di madre chiarissima) o pagine Facebook che non vengono chiuse nemmeno dopo migliaia di segnalazioni. Come leggete spesso e cito sarcasticamente: “sveglia gente!” sono anni che mi occupo di analisi dati e penso sia davvero facile per tutti capire cosa è vero e cosa è invece una macchinzione propagandistica! Non vi sto invitando ad iscrivervi ai miei corsi, vorrei solo farvi capire che non dovete leggere e condividere solo quello che vi fa comodo. Sforzatevi di verificare le fonti, cercate di essere obiettivi! L’internet non è una brutta bestia ma un’opportunità da cogliere! Se vi limitate a ciò che vi fa comodo, sappiate che ciò che fate è un’azione deliberata che provocherà conseguenze nefaste per tutti.

    Coronavirus, smart working e e-learning: aiuti gratis per lavorare ...

    Smart school – certo, il virus ci ha colti tutti di sorpresa e non eravamo preparati alla remotizzazione del lavoro e, soprattutto dell’educazione. Tutti magari no. Il cretino che scrive aveva già intrapreso la sua crociata nei confronti della didattica a distanza da più di un anno (www.shakazamba.academy). La chiamo crociata per un motivo molto semplice: sembra quasi si stia parlando di una conversione al digitiale al pari di trascinare trecentomila persone fuori dalle mura di Gerusalemme per verificarne la disponibilità al cambiare religione. Sorvolo sui cruenti e sanguinari metodi usati dai crociati in quell’occasione ma, francamente, sarei quasi portato ad una coercizione di qualche natura! Sì, perchè dovete capire che chi scrive si è messo a disposizione della comunità a titolo gratuito per far sì che i più piccoli, ovvero chi frequenta elementari e medie in questo “paesino” che consta di ventiseimila anime, potesse seguire le proprie lezioni in diretta. Non dico che le video-lezioni in differita siano il male assoluto ma penso anche che i più piccoli, proprio in questi momenti di difficoltà, avrebbero bisogno di un contatto diretto con i propri insegnanti. Di quelli interattivi e fatti di domande e risposte immediate. Questo non è stato possibile per l’essersi messi di traverso da parte di una maggioranza di insegnanti che si sono opposti a questo impegno aggiuntivo rispetto a quanto afferente alle proprie contrattuali responsabilità. Glisso rispetto a quanto ha postato il mio più esimio e celebre concittadino la scorsa settimana! Mi limito a non condividere il suo lamento per l’avere figli costretti a interminabili lezioni in diretta (non certo in scuole statali) che affliggono lui e l’intera famiglia per la sovrapposizione degli impegni legati alla prole. Certo, un problemone per cui fare appello al MIUR affinchè intervenga con l’incremento di lezioni registrate. Biomassa è il solo termine che mi sovviene!

    La tutela, curatela, defensor judicial y guarda de hecho - CASTELL ...

    Gli organi di tutela – applaudo quelli di voi che sono arrivati fino a qui per resistenza. No, la creazione di un organo di tutela nazionale rispetto a quanto viene veicolato sui social non è censura. Non ho sbatti di citare cosa sia realmente la censura, da Catone al Fascismo per poi passare al Nazismo fino ad arrivare al Comunismo ed al Maccartismo. Fatevi voi un cazzo di giro di Google. No, qui vi spiego solo che l’attuale tutela dell’internet si divide in due macro ambiti: da una parte abbiamo il visibile e dall’altra l’invisibile! Parto dalla seconda. L’invisibile è tutto quello che non è pubblico e accessibile solo a un’audience limitata. I vostri amici Facebook, i vostri gruppi Whatsapp e tutte le vostre esternazioni che non sono accessibili se non da chi decidete voi. Ma lo credete davvero? Non è così! Ogni singola virgola della vostra presenza nel mondo digitale (eggià, anche quando credete di essere fighi e fate cose su Telegram) è tracciato. Tutto è visibile a meno che non abbiate competenze che normalmente non avete. Si tratta di una scelta, condivisibile o meno, ma di una scelta. Cedere una parte della propria intimità in cambio di qualcosa. Nel caso migliore parliamo del fatto che Facebook (Whatsapp e Instagram inclusi) e Google sappiano di voi più di quanto voi stessi sappiate. Ora, spiegatemi cosa vedete di pericoloso nell’avere un organo istituzionale che si occupa di smentire le fake news? Quando si trattava di tutelare la privacy andava tutto bene mi pare! Ora che tutti hanno la possibilità di ampliare la portata di notizie false allora è diverso? Bene, passiamo al punto due: invece di sbraitare minchiate e condividere falsità strumentali su Facebook, dove magari avete anche migliaia di amici, fatevi un bel giro su Twitter. Andate da quello che ha donato un terzo del suo patrimonio (un bel miliardo di dollari per la ricerca di un vaccino) e che da sempre permette a chi combatte per la libertà di parola in Iran, Corea del Nord, Russia o Arabia Saudita di avere una voce. Pubblicate il vostro pensiero senza inibizioni, certi di quella che sarà la reazione a cui siete certamente pronti. Sì, perchè voi non siete certo i leoni da tastiera che si nasconodo dietro ad una cerchia ristretta di contatti. Voi non la volete la censura, voi volete il confronto!

    S’è fatta una certa e credo sia arrivato il momento di congedarmi, senza peraltro scordare il giusto augurio: e che Darwin sia con voi!

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  • Ciao! Non mi è mai piaciuto generalizzare e non lo farò nemmeno stavolta. Purtroppo però è un dato certo che la Generazione X (la mia) abbia vissuto malissimo il passaggio da un mondo analogico a quello digitale.

    Sì, per quanto i primi artefici del digitale stesso siamo stati proprio noi, gli X. Non voglio dilungarmi troppo ma sono aaaaaaanni che gli X infarciscono i social media, i quotidiani e le televisioni con concetti che cercherò di riassumere:

    • Dobbiamo recuperare la manualità;
    • La tecnologia ha impoverito la comunicazione;
    • La comunicazione mediata dalla tecnologia è falsa, artificiale;
    • Era più vera la comunicazione di quando non c’erano i telefonini;
    • Tutta questa tecnologia ci rende freddi e distaccati dal prossimo.

    Potrei andare avanti per ore a citare le cazzate che ho letto e sentito nel corso degli anni e mi verrebbe anche da sottolineare che l’approccio “carta e penna” faceva figo e alternativo solo nei primissimi anni 2000 ma sarò clemente.

    Ora, io capisco bene che essere un disadattato tecnologico comporti la necessità di crearsi alibi sofisticati come il postare di continuo articoli che ci spiegano come i giovani non sappiano più scrivere mentre poi continua imperterrito a mandare email di lavoro o creare mega-presentazioni, da cui magari dipendono milioni di euro, scrivendo E’.

    Sì, la E maiuscola con l’apostrofo! Una maestra elementare degli anni ’80 avrebbe brandeggiato un bel righello di legno per poi calarlo a picco su nocche tenere e insipienti!

    E vogliamo parlare di chi abusa dell’amico che sa essere “esperto di settore”, senza nemmeno sapere di cosa realmente si occupa nella vita, solo perchè è scappato un Whatsapp sbagliato o non trova più le foto delle vacanze?

    Sorvolo su tutti quei poveri caduti nelle grinfie dell’ignota e perniciosa cronologia del proprio browser o su quelli che, nostalgici di quando c’era Omnitel, continuano ad usare la tastiera T9 anche su telefoni da mille euro!

    Vengo al punto. Se pensate di essere come ho appena descritto, gradirei molto se smetteste di occupare banda inutilmente e, in questi tragici momenti, vi concentraste sul mandare segnali di fumo ai vostri cari. Potreste anche scrivere delle meravigliose lunghe lettere, con la stilografica che preferite, e recarvi personalmente all’ufficio postale, così che vengano recapitate ai destinatari. Basteranno solo pochi giorni di attesa nei quali struggervi come Anna Karenina per ottenere una risposta.
    Potreste spegnere Netflix e Sky per rispolverare alcuni storici VHS per una serata di svago e, laddove non foste soddisfatti, perchè non avventurarvi provvisti di falsa autodichiarazione a comprare il quotidiano cartaceo, quello che ha sempre un’altra poesia e un altro odore.

    Se invece hai finalmente capito che la tecnologia non è un nemico ma qualcosa che proprio adesso ti sta salvando la vita, anche per quanto riguarda la disponibilità di informazioni utili e ti permette di restare in contatto con le persone che ami. Cerca di cambiare, te ne prego!

    Vorrei davvero potervi augurare qualcosa di positivo ma egoisticamente lo farò a me stesso: che Charles Darwin sia con voi!

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  • Per fortuna ho chi mi tiene compagnia in queste difficili giornate di isolamento forzato. Grazie Wilson!

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  • FLAMEL ha applicato una parte delle proprie tecnologie proprietarie al mondo del web allo scopo di analizzare lo scenario relativo alle imminenti Elezioni Regionali in Calabria in merito ai candidati ed a come questi vengono percepiti rispetto ai principali temi delle rispettive campagne elettorali.

    L’analisi psicolinguistica è una branca specializzata del neuro marketing le cui basi teoriche risalgono a circa un secolo fa, ma il cui enorme sviluppo è avvenuto dagli anni ‘60, con l’esplosione del settore della comunicazione di marchi e prodotti. La psicolinguistica studia la categorizzazione di individui o gruppi di individui, in elementi di valore e carattere basati sul tipo di parole che vengono usate per esprimersi.
    Per fare un esempio, se l’analisi del sentiment è in grado di capire se stiamo parlando bene o male di un determinato partito politico, argomento o azienda, la psicolinguistica identifica che tipo di persona ha prodotto quelle affermazioni e può creare una segmentazione di tutto pubblico. Ciò consente di identificare il linguaggio e il messaggio corretti da mettere in relazione con il pubblico target, migliorando così la relazione.

    Ancorchè la piattaforma FLAMEL sia in grado di acquisire contenuti provenienti dall’internet e dai social media pubblicati anche in anni passati, l’arco temporale su cui si è basata la ricerca è: 14 dicembre 2019 – 14 gennaio 2020.

    È stata analizzata la percezione dell’elettorato confrontando i candidati alla carica di Governatore della Regione Calabria con i temi della campagna elettorale, in dettaglio:

    • Jole Santelli (centro-destra)
    • Filippo Callipo (centro-sinistra)
    • Francesco Aiello (Movimento 5 Stelle)
    • Carlo Tansi (liste civiche)
    Image result for calabria 2020 candidati

    I temi provenienti dalle campagne elettorali dei candidati oggetto della ricerca sono stati: disoccupazione, eolico, liste pulite, reddito di cittadinanza, infrastrutture e trasporti, ambiente, legalità, digitale, sostenibilità, meritocrazia, scuola e ricerca, fondi europei, Zona Economica Speciale (ZES), urbanistica, sanità.

    La percezione complessiva dei quattro candidati si presenta sostanzialmente eterogenea. Relativamente all’ambito temporale Santelli risulta con un chiaro orientamento al passato di tipo razionale, mentre gli altri candidati si posizionano verso il futuro (percezione di cambiamento) in tre distinti modi: Callipo razionalmente, Aiello emotivamente e Tansi quasi neutralmente.
    Rispetto ai temi della campagna elettorale, Callipo presenta valori medi di maggiore prossimità, seguito da Tansi e Santelli. Aiello risulta essere il candidato con la maggior distanza affettiva rispetto ai temi stessi.

    Analizzando il dettaglio è possibile osservare che argomenti come: digitale, legalità, sostenibilità, urbanistica e ambiente risultano essere distanti dalla percezione dei candidati, forse a sottolineare una loro ridotta importanza rispetto a ciò che rappresenta una maggiore priorità da parte dell’elettorato. Infatti i temi che presentano la minor distanza affettiva sono: disoccupazione, liste pulite, scuola e ricerca e sanità. Si avvertono peraltro distonie tra i candidati soprattutto in merito a: Zona Economica Speciale, fondi europei, reddito di cittadinanza e turismo.

    Per quanto riguarda i tratti valoriali, per Santelli la percezione è marcatamente orientata verso valori eroici caratterizzati da tratti caratteriali legati al comportamento d’attacco e la necessità di una guida. Ciò forse a rappresentare l’identificazione del candidato come individuo piuttosto che come rappresentante di un partito o di una coalizione politica.
    Callipo viceversa si presenta caratterizzato da valori razionali con tratti caratteriali basati sulle differenze e sulla positività del messaggio. La percezione risulta quindi legata alla rottura col passato e al premiare meriti conseguiti.
    Aiello e Tansi risultano entrambi legati a valori di tipo sistemico, sebbene per il primo prevalga come tratto caratteriale un ambiente in continuo cambiamento mentre per Tansi sono il comportamento difensivo e l’offerta di garanzia a rappresentare le principali caratteristiche di percezione dell’audience.

    Proprio quest’ultimo risulta essere il candidato con la minore distanza affettiva dall’elettorato, seguito da Callipo che distanzia decisamente sia Aiello che Santelli. Per quanto riguarda invece il consenso è Callipo a presentare i valori più significativi. Dopo di lui Tansi e Santelli, mentre Aiello risulta notevolmente indietro.
    Rispetto alla percezione nei confronti della credibilità è possibile osservare che Tansi precede Callipo e Aiello, mentre Santelli si presenta con una decisa distanza dal benchmark di riferimento.
    E’ curioso notare che la distanza affettiva di Santelli rispetto alla sua prossimità nei confronti del concetto “governo” appare decisamente la migliore nei confronti di Callipo e Tansi con Aiello estremamente lontano, ma analizzando invece “governabilità” emerge un risultato differente. Callipo precede infatti Tansi mentre Santelli si presenta con un netto distacco, superata in questo solo da Aiello.

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  • I want to try artificial intelligence in text creation just to demonstrate that the machine is already able to write like a human.

    I am exposed to AI for my job – my friends and relatives can already play AI games on my phone – but I just want to go for a few extra levels of automation. I have an Android phone and I have the latest version of Emoji. What is more, I would like to put that to good use in the way I work and spend my time. One of my projects is to come back and implement this full automation. For me, an AI-emoji is the gold-standard. How might a person integrate AI-emoji? I also believe that the machine will act as an interesting resource to get some creative juices flowing. The applications of unsupervised learning have been overplayed for some time now, and yet sometimes it still needs to be used sparingly and creatively. I would love to be able to use supervised learning in the context of writing, or to see how to do so more effectively.

    Of course there are tons of mistakes that can be easily pointed out as well. As I’m running a blog it’s really important that I write coherently and correctly about topics that make sense to me. There will be a lot of topics I have not even thought about for the past few years.

    So what am I looking for in the trainable models? The most successful algorithms can already build beautiful, intuitive models. I am looking for a little more confidence that will allow to build a more accurate result.
    It does what a human would do. I’m not necessarily trying to promote machine learning or AI. I’m hoping that by opening up the machine to this particular task, by combining the soft and hard skills, we will also open up the computer to a broader range of use cases in the future.

    In contrast to your work on ‘Deep’ and ‘Fluffy’ which were much more poetic and dystopian, you have been actively interested in exploring spaces where the machine makes humans smarter, that both scientists and the general public might not think about too much at the moment.
    Since we can’t test it in an actual writing environment, I decided to write it in an artificial intelligence environment. In this artificial intelligence environment, the computer has to memorize all the popular traditional, British English styles (we’ll call these top-vowels and beveled, some examples: l, n, m, r, s, v, k) that don’t change, that’s why it doesn’t even know the root of the word. It has to build this similarity and do this automatically.

    Another reason is it’s an interactive and concrete test. The users will not get bored and will like it. I wanted to interact a bit more with it and add different words. Some of them were not actually those words, but generally interesting words or phrases. A bot that writes poetry?

    I found that bots usually think they can write poetry. Is that true?

    As far as I know, machine translation just translates words (i.e. you translate “I love you” into Russian and you get “?????????? ?? ??????? ??”. What are the best ways to make better characters? Can a human copy good-quality output from an AI?

    For the first time, researchers from Carnegie Mellon University (CMU) found that a computer made substantial progress in text generation, with one-third of their English-language text generated with programs and one-quarter that were derived from human-made paragraphs of text.

    The researchers ran more than 5 million attempts to improve their multi-layered character generator. These text experiments demonstrated that the program eventually managed to generate new grammar rules that consistently produced human-made paragraphs within about 3.2 percent of their entire production run.

    I love artificial intelligence in text creation, so by this I mean I like to interact with the text and find people’s code fragments, which I can put into pictures. The real software, in a way, is simply I give the people a picture, and then I ask them to let me do what they’re doing with their images. So, there’s definitely a lot of things that I’d like to achieve, but I haven’t really found a way yet. I’m still working on it, I’m still looking for the best ways to make it as interesting as possible.

    Do you think the robots are going to be a viable alternative for writers, and do you foresee there being more writers that rely on technology in their art?

    Well…think about that all previous text has been created by the machine and not by me!

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  • Ma perchè i giornali alimentano l’analfabetismo digitale? Per superficialità o c’è proprio del dolo? Non mi è chiaro ma intanto la situazione è drammatica! Ormai è da un pezzo che sottolineo le manchevolezze della cosiddetta comunicazione tradizionale, quella dei media pre-digitali come televisione e stampa, proprio nei confronti del digitale stesso in cui operano oggi e ne ho appena avuta l’ennesima conferma.

    Ebbene, oggi apro la homepage del Corriere e scorrendo verso il basso m’imbatto in uno sfizioso titolo ad effetto: “I cinque segnali spia che rivelano che il telefono è stato hackerato”.

    Incuriosito vado all’articolo che punta a Corriere Innovazione News del 10 dicembre (https://bit.ly/34bXeN7) e subito rabbrividisco. Trattasi del solito format a schede (tanto per ottenere qualche click in più) e fin qui nulla di strano ma capisco immediatamente che il target non può non essere il classico pensionato a cui hanno regalato da poco uno smartphone, viceversa non si spiegherebbe l’ovvietà dei cosiddetti “5 segnali spia” che sono da anni conosciuti da chiunque, per non parlare della Generazione Z.

    Un elemento però cattura la mia attenzione, ovvero il continuo e costante riferimento a MobiWall, onesto firewall che garantisce quel minimo di protezione anche ai più sprovveduti. Certo, mica avrebbero mai potuto suggerire una VPN o un AD Blocker, lì ci avrebbero smenato in pubblicità e in tracciamento dati personali attraverso cookie di navigazione. No, quello giammai! Molto meglio in effetti scopiazzare un articolo del Fatto Quotidiano del 5 dicembre (https://bit.ly/38vb8NQ) in cui si parlava proprio di MobiWall! Lo si faceva peraltro con un taglio del tutto differente, ovvero sottolineando quanti dati vengono regalati a Google, Facebook e agli altri colossi del web che campano sulle spalle dell’insipiente navigatore dell’internet. Lì si sottendeva l’invasività di app e siti nei confronti della privacy, anche se il tutto appariva un po’ troppo come una vera e propria réclame, giusto per usare un termine desueto. Investo 3 minuti di numero e mi accorgo che:

    • l’azienda di MobiWall è italiana (sarà forse solo per quello che se ne parla?);
    • il Corriere sostiene che sia disponibile sia per iOS (e lo scrive sbagliato) che per Android (ma non è vero!);
    • se un utonto qualsiasi cerca MobiWall su Google Play trova MobiWol, firewall decisamente obsoleto e si inguaia senza rendersene conto;
    • se l’utonto di prima capisce che non si tratta della stessa app, si fionda su Google a cercarla e trova alcune APK che nulla c’entrano coi firewall e potenzialmente potrebbero portare schifezze pubblicitarie proprio sul telefono che voleva rendere più sicuro.

    Dulcis in fundo trovo un articolo del 2 dicembre di Bitcity (https://bit.ly/35h4VDd) da cui è stato palesemente copiato tutto quanto ho decritto prima, usando in certi passaggi addirittura le stesse parole!

    Bitcity – 2 dicembre 2019
    il Fatto Quotidiano – 5 dicembre 2019
    Corriere della Sera – 10 dicembre 2019

    Ecco, posso dire che non ne posso davvero più? Da una parte c’è questo continuo banalizzare superficialmente argomenti che dovrebbero essere invece trattati con l’obiettivo di educare un paese come l’Italia in cui la scarsa conoscenza del digitale sta per trasformarsi in un vero e proprio dramma. Dall’altra abbiamo invece l’arroccamento dei media tradizionali nei confronti della libertà di diffusione delle informazioni quando si tratta di potenziali violazioni del diritto d’autore…sì, ma questo vale solo per i loro contenuti, non per quelli degli altri.


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  • Huffington Post ha citato la ricerca “ANALISI DELLO SCENARIO POLITICO IN ITALIA ATTRAVERSO I SOCIAL MEDIA” che ho realizzato per FLAMEL utilizzando sentiment analysis e analisi psicolinguistica. 

    salvini

    Al di fuori dell’Italia nessuno riesce a capire cosa stia succedendo nel nostro sistema politico. E forse nemmeno noi riusciamo a venirne a capo. Siamo di fronte a uno degli aspetti più inquietanti della nostra storia recente. C’è una porta girevole da cui le forze politiche entrano ed escono, si uniscono e si dividono, in pochi mesi.

    Cambiano i linguaggi, gli atteggiamenti, le parole d’ordine, ma le frecce della ricchezza sono sempre puntate verso l’alto mentre quelle della sofferenza precipitano verso il basso. Il bene comune, sbandierato da tutti, non si è offuscato, si è dileguato.

    La politica, con le sue mediocri e inconcludenti classi dirigenti, è riuscita a generare in questi anni un corto circuito politico e sociale, che tiene lontani dalla comprensione della realtà costringendo tante persone a rifugiarsi in una condizione surreale e dentro cui non si riesce più a distinguere il vero del falso.

    Non si è sedimentata una nuova e democratica coscienza collettiva, responsabile e lungimirante. Non si sono accorciate di un millimetro le disuguaglianze sociali. Non si sono aperte nuove strade per le generazioni che verranno. Una società che non s’interroga potrà alimentarsi di avversione e ripugnanza, ma può soccombere per atrofia del pensiero, saturarsi di demagogia e disimpegno.

    Impensieriscono i cambiamenti repentini perché marciano senza che nessuno intenda con quale prospettiva, per quale cambiamento. L’unica cosa che si capisce limpidamente è la caparbia resistenza da parte dei partiti e dei movimenti a mantenere puntigliose posizioni di potere, pur nella totale assenza di un progetto politico, economico e sociale che possa giustificare la loro esistenza. Governare insieme con poca cooperazione, distinzioni importanti, aree di contrapposizione e conflitto di difficile compatibilità, è un fenomeno politicamente alquanto schizofrenico.

    In democrazia la battaglia politica, da sempre, si sviluppa sul fronte dei contenuti che hanno come obiettivo il consenso, base primaria del potere. Il consenso è giudizio favorevole, approvazione, conformità di voleri, opinioni o sentimenti fra più persone.

    “Il consenso politico esiste quando una grande parte dei membri di una società concorda su come dovrebbero essere prese le decisioni in merito alla distribuzione dei valori”.

    Dunque, il consenso da parte del popolo presuppone una valutazione dei contenuti che gli vengono proposti. E’ così che il consenso diventa valore esso stesso, prodotto politico di mercato. Contenuti che andrebbero ben conosciuti e approfonditi per poter effettuare scelte consapevoli, responsabili, ragionate.

    Purtroppo viviamo nella società della disinformazione, “permanente e intenzionale”. Farsi un’idea di verità diventa ardua fatica e il consenso non sempre è criterio di verità. Molta parte del consenso si basa sulla percezione e sulla carica emozionale delle informazioni che non di rado vengono manipolate e falsate. In molti si affidano al web e agli smartphone per legittimare il loro consenso. Da una indagine sul tema “Gli italiani e l’informazione”, condotta dalla Doxa/Osservatorio Digitale Polimi, risulta che l’80% crede che le fake news influenzino l’opinione pubblica e che il 50% ha creduto almeno una volta, nell’ultimo anno, a una fake news (falsa notizia).

    Con il disimpegno dai bisogni sociali si rischia molto. Il Pd in Umbria, con scarsi margini di dialogo sociale e coinvolgimento politico popolare, ha assaporato i segni della dura sconfitta. Ha perso su tutti i fronti, ma quel che è più bruciante è stato l’abbandono degli operai.

    M5S è in scivolata inarrestabile. Paga la sua indeterminatezza politica, l’inesperienza, la ricerca del gesto mitico e, in qualche caso, l’incompetenza. Ha costruito un isterico labirinto e ora stenta a trovare la via d’uscita. Il centro politico liquido, in questa congiuntura, si è riversato sulla Lega gonfiandola a dismisura. Lega che gode ormai di un “consenso obbligato” per mancanza di competitor credibili e prestigiosi.

    Sul quadro politico italiano pesano anche manipolazioni e falsità che circolano impunemente sui social media e sugli altri mezzi di comunicazione.

    Ed è sull’apporto dei social che si è soffermato il report politico sul sentiment popolare di Flamel s.r.l. fornendo dati importanti su questo mondo ancora poco esplorato. La ricerca è stata condotta su un campione di 911mila post. Risulta che i leader di partito, in termini di consenso, sono sganciati dalla presa che i loro partiti di appartenenza hanno sui cittadini. Salvini risulta essere il leader politico di maggior consenso e che la Lega si consacra come partito maggiormente vicino all’elettorato, indipendentemente dalle sorti del suo leader.

    Il Pd, malgrado la scissione di Renzi, si presenta di poco oscillante rispetto alla tenuta del suo tradizionale elettorato. Emerge una visione politica della quasi totalità dei partiti rivolta al passato e sorretta da riferimenti prevalentemente emozionali piuttosto che razionali.

    M5S, Pd e Fratelli d’Italia risultano segnati da un forte senso di appartenenza dei suoi elettori. Lega, Italia Viva, e Forza Italia presentano leader di partito che vengono seguiti come guida.

    Il valore del consenso è più strettamente legato ai leader di partito per Lega, Forza Italia, Italia Viva e Fratelli d’Italia, mentre per le formazioni politiche del Partito Democratico, Movimento 5Stelle e Liberi e Uguali è il partito che si avvicina al consenso. Sfortunatamente, tranne qualche leggera e sterile variante polemica, sembra che nulla di nuovo stia sorgendo nel panorama politico italiano nonostante le sbandierate promesse rivoluzionarie. Per ora prevale soltanto l’involuzione sociale e politica a favore delle destre!


    Originally published at https://www.huffingtonpost.it on November 15, 2019.

    Articolo di Franz Foti

    https://www.huffingtonpost.it/entry/conflitti-inutili-e-consenso-obbligato-la-lega-riparte-verso-la-vittoria_it_5dce62f2e4b01f982eff95e7

    #politics #AI #artificialintelligence #sentimentanalysis #psycholinguistic #huffpost #flamel

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  • Avete mai fatto caso a cosa fanno i giornali? Le principali testate nazionali hanno da tempo un apposito team che si occupa di trovare contenuti divertenti, virali, provocatori e spettacolari…proprio nell’internet e soprattutto nei social media. Dopodichè questi video e queste foto vengono pubblicate nelle homepage dei quotidiani. Fin qui tutto bene! Anzi, parrebbe quasi che i media tradizionali abbiano capito che la loro non-estinzione transiti proprio attraverso una maggiore sensibilità nei confronti del celebre UCG (user content generated).

    Purtroppo non smetto di stupirmi per quanto poco corretto sia il comportamento delle testate. Mi spiego meglio: se qualcuno decidesse di appropriarsi di un articolo o di una foto presente sul sito di un giornale incorrerebbe (giustamente!) nella violazione dei diritti d’autore. Ora, io mi domando e chiedo per quale motivo invece le testate si sentano in diritto di citare le fonti (privati che condividono pubblicamente contenuti) senza uno straccio di link diretto. Avete notato quante volte il proprietario del video o della foto viene citato semplicemente con un nome utente senza collegamento diretto al profilo social? Esattamente come in questo caso! (Instagram @nandi_bushell)

    Per come la vedo sarebbe molto più corretto un sano approccio di baratto digitale. Se i giornali ricavano traffico e soldi dai post della gente comune dovrebbero quantomeno ricambiare il favore con un semplice link, regalando un minimo di visibilità all’utente che lo ha generato. Scrivendo ad esempio: https://www.instagram.com/nandi_bushell/

    Esagero? Credo proprio di no!

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  • PREMESSA

    L’enorme quantità di dati presenti nei social media permette un’analisi accurata di ciò che pensa la gente e consente ai politici di veicolare i propri messaggi in modo sempre più preciso, arrivando anche a condizionare la nuova opinione pubblica.

    Grazie alla disponibilità di un numero crescente di informazioni presenti sui social media ed all’utilizzo di strumenti tecnologici sempre più evoluti, è possibile rilevare opinioni e tendenze dell’elettorato. Conoscendo quali argomenti risultano maggiormente sensibili per le persone, è quindi possibile costruire una strategia di comunicazione che ne tenga conto per veicolare i contenuti specifici del proprio approccio politico. Una volta creato il messaggio si tratta quindi di comunicarlo utilizzando la piattaforma social più adatta e di renderlo sempre più diffondibile attraverso i classici meccanismi di passaparola e viralità.

    Per verificare il gradimento dell’opinione pubblica rispetto a proposte, linee di comunicazione ed argomenti specifici; politici e partiti si sono da sempre avvalsi di sondaggi basati su campioni ristretti di popolazione e focus group. Ora è invece sufficiente dichiarare pubblicamente un’intenzione o un’idea ed attendere che le persone si esprimano sui social media per capire la concreta applicabilità di ogni iniziativa.

    LA RICERCA

    Sulla base di queste premesse FLAMEL ha applicato una parte delle proprie tecnologie proprietarie al mondo dei social media allo scopo di analizzare l’attuale situazione politica italiana a partire dalle Elezioni Europee dello scorso maggio fino all’11 ottobre 2019.

    L’arco temporale
    Sono stati acquisiti contenuti a partire dal maggio scorso e sono stati analizzati 4 differenti periodi in base ai principali eventi della politica italiana relativi al 2019:

    • Elezioni Europee – 26 maggio
    • Inizio della Crisi di Governo – 8 agosto
    • Formazione del nuovo Governo – 4 settembre
    • Scissione Partito Democratico – 17 settembre

    Le quantità
    Il campione preso in esame è di 911 mila post da cui sono stati estratti 273 mila hashtag e più di 1 milione di mention.
    La distribuzione geografica (geolocation) dei contenuti ha inoltre permesso la rappresentazione di densità di provenienza visibile qui sotto.

    Considerando l’intero periodo analizzato (27 maggio – 11 ottobre) è possibile rilevare che sia per quanto riguarda gli hashtag (argomenti) che per le mention (citazioni di un profilo) Matteo Salvini è risultato essere il più menzionato, rappresentando quasi individualmente il proprio partito politico in positivo e in negativo.

    La definizione dei profili influencer della piattaforma FLAMEL avviene mediante un algoritmo che non tiene solo conto dell’ampiezza dell’audience del singolo profilo (numerosità dei follower) ma anche della positività dell’engagement (interazioni positive) che tale profilo genera. Anche in questo caso Salvini risulta essere il profilo con lo score più elevato durante l’arco temporale complessivo.

    SENTIMENT ANALYSIS

    La sentiment analysis ha preso in esame i principali partiti politici italiani e i loro rappresentanti, in dettaglio:

    • Lega
    • Movimento 5 Stelle
    • Partito Democratico
    • Forza Italia
    • Fratelli d’Italia
    • Italia Viva
    • Liberi e Uguali
    • Matteo Salvini
    • Luigi di Maio
    • Nicola Zingaretti
    • Silvio Berlusconi
    • Giorgia Meloni
    • Matteo Renzi
    • Pietro Grasso

    Considerando le Elezioni Europee del 26 Maggio, il giorno di inizio della Crisi di Governo, la formazione del nuovo Governo Conte e la scissione del Partito Democratico, sono stati confrontati i seguenti periodi temporali:

    • 27 maggio – 8 agosto
    • 9 agosto – 4 settembre
    • 5 settembre – 17 settembre
    • 18 settembre – 11 ottobre

    I princpiali indicatori sono la sentiment media che è espressa in scala da 0 a 1 e l’intensità della sentiment che fornisce indicazioni in merito a quando la sentiment stessa si è manifestata in modo più o meno intenso. Ad esempio gli indicatori relativi al Partito Democratico nell’ultimo periodo sono i seguenti.

    PRECISAZIONE
    Sebbene il partito Italia Viva sia ufficialmente nato il 18 settembre 2019, FLAMEL è stata in grado di acquisire contenuti social antecedenti a tale data prendendo in esame quanto afferente ai principali esponenti di Italia Viva mentre questi erano ancora membri del Partito Democratico. Va altresì ricordato che gli attuali canali social del partito fanno riferimento ai Comitati di Azione Civile i cui profili social erano già presenti ben prima che il partito nascesse. https://www.comitatiazionecivile.it/

    Ecco invece una sintesi delle medie sentiment totali per periodo.

    27 mag- 8 ago.9 go. – 5 set.6 set. – 17 set.18 set. – 11 ott.
    M5S0.230.330.240.23
    PD0.260.270.250.27
    LEGA0.310.270.290.31
    FI0.230.260.210.26
    FDI0.250.230.220.23
    LEU0.220.200.220.24
    IV0.220.290.180.18

    A differenza di quanto auspicabile, l’analisi sentiment evidenzia un sostanziale scostamento tra l’andamento dei partiti politici e i loro principali rappresentanti che non sembrano realmente condizionare la media sentiment dei partiti di cui sono portavoce.

    27 mag- 8 ago. 9 go. – 5 set. 6 set. – 17 set. 18 set. – 11 ott.
    SALVINI0.310.250.240.25
    DI MAIO0.210.240.230.24
    ZINGARETTI 0.280.240.230.24
    BERLUSCONI0.210.240.240.23
    MELONI0.220.240.220.21
    RENZI0.220.250.260.26
    GRASSO0.280.240.210.25

    ANALISI SENTIMENT – CONCLUSIONI

    Analizzando le quantità di contenuti (tweet, commenti, mention, hashtag e keyword) appare evidente il massiccio utilizzo dei social da parte di Matteo Salvini. Ciononostante la sua incidenza come influencer (positività dell’engagement) è decisamente scesa a partire dall’inizio della Crisi di Governo probabilmente per via delle responsabilità nell’aver provocato la crisi stessa.
    Sembra quindi venir meno il principio secondo cui sono appunto la numerosità dei contenuti e la frequenza di pubblicazione a condizionare l’elettorato, come dimostrato ad esempio dal fenomeno Trump nei social media.

    Le posizioni che hanno preceduto la Crisi di Governo rispecchiano il risultato delle Elezioni Europee del maggio 2019 mentre l’incertezza iniziale del periodo di crisi ha scatenato un generale incremento della media sentiment in virtù dell’incertezza e delle varie opzioni allora prese in esame (governo tecnico, elezioni anticipate, ecc.). La formazione del nuovo governo ha viceversa provocato un sensibile calo dei valori anche per quanto riguarda i partiti che compongono il governo stesso, come se la base elettorale non abbia inizialmente approvato la nuova coalizione.
    La scissione del Partito Democratico e la nascita di Italia Viva ha provocato un’ulteriore evoluzione decisamente inattesa. Infatti, oltre all’incremento della media sentiment dei partiti d’opposizione, il Partito Democratico stesso ha visto rafforzarsi i propri valori.

    Va infine sottolineato che, sebbene la posizione di Matteo Renzi sia andata consolidandosi progressivamente a partire dall’inizio della Crisi di Governo, il movimento che questi già rappresentava prima della scissione presentava valori in forte calo ancora prima di trasformarsi nel partito politico Italia Viva.

    PSICOLINGUISTICA POLITICA

    La relazione tra i partiti e l’elettore sulla base del consenso è rappresentabile mediante l’efficacia relazionale che è determinata dalla scelta delle classi valoriali e del tratto di carattere che sono stati usati nella narrazione del messaggio. La maggiore efficacia determina infatti la leadership relazionale. Sono stati presi in esame:

    • La forma del messaggio
    • La modalità con la quale l’audience sceglie
    • Lo storytelling
    • La codifica sensoriale del messaggio

    Ecco un esempio relativo alla relazione della Lega rispetto al benchmark (consenso).

    Qui è invece presente la rappresentazione dei valori del Movimento 5 Stelle e di seguito il tipo di messaggio da utilizzare per quella classe valoriale.

    “Il messaggio va presentato come una risposta ai bisogni tribali, un insieme di valori che sono volti: ad onorare gli antenati il nido tribale caldo e sicuro), a proteggere dal male, a stabilire forti legami famigliari. La parentela ed il lignaggio servono per stabilire i legami politici e di possesso (sembra una realtà “olistica”, ma in realtà è atomistica in quanto “c’è un nome per ogni curva del fiume, ma nessun nome per il fiume”).”

    Ecco infine un esempio degli aspetti che fanno riferimento alla compatibilità esistente fra il carattere del messaggio trasmesso dal nuovo Governo Conte e i tratti di carattere che l’elettore usa per comprendere tale messaggio.

    PSICOLINGUISTICA POLITICA – CONCLUSIONI

    La distanza dal benchmark “consenso” risulta essere più legata ai rappresentanti di partito per Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Italia Viva. Nel caso di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali è invece il partito stesso ad avvicinarsi maggiormente al consenso.

    Per quanto riguarda gli aspetti valoriali, appare evidente che i valori tribali accomunano Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Fratelli d’Italia che però manifesta un elevata presenza di valori eroici molto meno importanti per gli altri due partiti. Lega, Forza Italia e Italia Viva presentano una predominanza di valori eroici che sembrerebbero coincidere con la presenza di rappresentanti di partito dalla spiccata individualità che di fatto incarnano l’immagine percepita del partito stesso. Liberi e Uguali richiama invece valori di tipo sociale come a sottolinearne la gerarchia orizzontale e l’attenzione verso i temi ambientali.
    Relativamente all’attuale Governo è possibile evincerne una percezione autoritaria e un quadro caratteriale eterogeneo sebbene incentrato sulla necessità di sviluppare nuove idee.

    Risulta significativo il confronto tra partiti e Governo rispetto alla vicinanza con l’elettorato da cui si evince uno scenario maggiormente positivo per i partiti di Governo ad eccezione della Lega che spicca come il partito più prossimo con l’elettorato stesso. In tal senso è altresì evidente la distanza tra Governo ed elettori, sebbene la figura politica che registra il miglior risultato in assoluto è proprio il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
    Risultano invertite le tendenze dei partiti di Governo e di opposizione rispetto ai loro rappresentanti con la sola eccezione di Silvio Berlusconi che si segnala tra i più distanti dall’elettorato.

    Infine, in merito alla percezione temporale è possibile affermare che la quasi totalità dei partiti e dei loro rappresentanti vengono visti proiettati verso il passato con riferimenti più emozionali che razionali. Questa tendenza sembra essere parzialmente diversa relativamente al Governo.

    Qui sotto è presente il report completo di tutti i dati e relativi dettagli metodologici. Per qualsiasi altra informazione o approfondimento scrivete a christian@flamel.eu

  • au revoir shoshanna

    Da più di un decennio i giganti dell’internet usano i nostri dati per prevedere il nostro comportamento. Non è certo una novità e non lo è nemmeno il tono comunicativo dell’articolo di Repubblica che parla dell’evento Onlife che si terrà a Milano tra pochi giorni e che trovate in fondo al post. Mi riferisco a questo continuo stupirsi relativamente a qualcosa di veramente lapalissiano. Ogni giorno in molteplici interazioni con la tecnologia, regaliamo informazioni a chi poi le utilizza a scopo di lucro (quando va bene!) e non sto certo parlando di un problema di privacy.

    La conoscenza è potere e lo è dalla notte dei tempi, ai giorni nostri si sta verificando una preoccupante concentrazione di tale potere nelle mani di poche persone e ciò che è più grave del previsto è proprio la mancanza di consapevolezza della massa. Non stiamo parlando di dati personali ma di quell’enorme quantità di informazioni che permettono di analizzare e, di conseguenza, condizionare il comportamento delle persone.

    Ho trovato meravigliosa la definizione di Shoshana Zuboff che paragona i cittadini di oggi alle popolazioni precolombiane di fronte ai conquistatori spagnoli: è perfetta! Basti solo pensare a quanta ignoranza e quanto rifiuto del presente caratterizzi le esternazioni della maggiorparte degli adulti di oggi: un coacervo di luoghi comuni che demonizzano la tecnologia in ogni sua forma e che richiamano un mondo che non esisterà mai più. Quando leggo che i giovani dovrebbero mollare il telefonino e riscoprire la natura e il silenzio mi vengono i brividi. Quando mi si dice che i nuovi strumenti di comunicazione in realtà ci hanno tolto le vere interazioni umane mi assale l’angoscia. Quando sento che dovremmo recuperare la manualità, la scrittura non digitale e la lettura solo su carta…rabbrividisco all’idea di quanto mi sentirò solo durante la vicina vecchiaia, circondato dagli Incas del terzo millennio.

    Un ostracismo ottuso e inconsapevole che si basa sulla sola insipienza tecnologica e sul rifiuto totale verso il cambiamento che peraltro è parte nativa dell’evoluzione umana. Sorvolo sulla situazione italiana che mi pare ancora più drammatica della media globale. Il voler continuare ad essere il paese del “carta e penna” ci porterà unicamente all’aggravarsi del divario tra noi e le nazioni emergenti.

    Certo, se dovessi interpretare tutto questo unicamente dal mio punto di vista…direi che fino a che la capra digitale continuerà a brucare placida e serena, avrò sempre un lavoro!

    https://www.repubblica.it/dossier/tecnologia/onlife/2019/09/25/news/_c_e_chi_usa_il_web_per_prevedere_i_nostri_comportamenti_-236902852/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P12-S1.8-T1

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  • La mancanza di privacy sui social media è soprattutto un problema tecnologico! Ma è possibile che un server pieno zeppo di dati sensibili fosse privo di sicurezza? Stiamo parlando della totale assenza di password!

    Ora pare tutto risolto e pare anche che non sarà mai più possibile che qualcosa del genere accada. Pare! Sì, perchè il punto è che le normative arrivano sempre in ritardo rispetto alla tecnologia e chi la utilizza a scopo di lucro lo fa troppo spesso con estrema superficialità.

    Chissà se tra qualche anno parleremo di fughe di dati prodotti dall’intelligenza artificiale basandosi sui gusti sessuali della gente, sulle opinioni politiche o anche solo elaborati grazie alle conversazioni private?

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  • Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un crescente utilizzo dei social media da parte dei partiti politici sia per analizzare le opinioni dell’elettorato, che per cercare di condizionarne il comportamento. Ne sono un esempio le ultime elezioni presidenziali degli Stati Uniti, la Brexit e le elezioni politiche italiane del 2018. L’enorme quantità di dati presenti nei social media permette un’analisi accurata di ciò che pensa la gente e consente ai politici di veicolare i propri messaggi in modo sempre più preciso, arrivando anche al condizionamento della nuova opinione pubblica.

    Alla luce della recente e non ancora risolta Crisi di Governo in Italia, FLAMEL ha applicato una parte delle proprie tecnologie proprietarie al mondo dei social media, allo scopo di analizzare il consenso di cui godono i principali partiti politici. In particolare sono state utilizzate le piattaforme di analisi del social media sentiment e quella di analisi psicolingustica.

    L’arco temporale – per poter effettuare un ragionevole confronto relativo al mutamento del consenso dell’elettorato nel tempo, sono stati acqusiti contenuti a partire dal giorno successivo alle Elezioni Europee del 26 Maggio 2019.

    Le quantità – il campione preso in esame è di 247 mila post da cui sono stati estratti 51 mila hashtag e 281 mila mention. La distribuzione geografica (geolocation) dei contenuti ha permesso la rappresentazione di densità di provenienza visibile qui sotto.

    Considerando l’intero periodo analizzato (27 Maggio – 25 agosto) è possibile rilevare che sia per quanto riguarda gli hashtag (argomenti) che per le mention (citazioni di un profilo) Matteo Salvini è risultato essere il più menzionato, rappresentando quasi individualmente il proprio partito politico.

    La definizione dei profili influencer della piattaforma FLAMEL avviene mediante un algoritmo che non tiene solo conto dell’ampiezza dell’audience del singolo profilo (numerosità dei follower) ma anche della positività dell’engagement (interazioni positive) che tale profilo genera. È inoltre possibile, mediante una rappresentazione a grafo, ottenere un dettaglio delle tangenzialità tra gli influencer e gli argomenti da questi trattati (hashtag).

    ANALISI SENTIMENT POLITICA
    Sono stati presi in esame i principali partiti politici italiani e i loro rappresentanti, in dettaglio:

    • Lega
    • Movimento 5 Stelle
    • Partito Democratico
    • Forza Italia
    • Fratelli d’Italia
    • Matteo Salvini
    • Luigi Di Maio
    • Nicola Zingaretti
    • Silvio Berlusconi
    • Giorgia Meloni

    Considerando le Elezioni Europee del 26 Maggio e il giorno di inizio della Crisi di Governo, sono stati confrontati 3 differenti periodi temporali:

    • 27 Maggio – 8 Agosto
    • 9 Agosto – 18 Agosto
    • 19 Agosto – 25 Agosto

    I princpiali indicatori sono la sentiment media che è espressa in scala da 0 a 1 e l’intensità della sentiment che fornisce indicazioni in merito a quando la sentiment stessa si è manifestata in modo più o meno intenso. Ad esempio gli indicatori relativi alla Lega nell’ultimo periodo sono:

    Ecco invece una sintesi delle medie sentiment totali per periodo.

    27 mag.- 8 ago.9 ago. – 18 ago.19 ago. – 25 ago.
    Lega0.310.210.35
    Movimento 5 Stelle0.230.450.24
    Partito Democratico 0.260.250.31
    Forza Italia0.230.300.22
    Fratelli d’Italia0.250.250.21

    A differenza delle notevoli oscillazioni della media sentiment relativa ai partiti politici, apparentemente i loro rappresentanti si sono sostanzialmente mantenuti più costanti con l’eccezione del calo di Matteo Salvini e Nicola Zingaretti a partire dall’inizio della Crisi di Governo fino ad oggi.

    27 mag.- 8 ago.9 ago. – 18 ago.19 ago. – 25 ago.
    Salvini0.310.240.24
    Di Maio0.210.230.23
    Zingaretti0.280.230.24
    Berlusconi 0.210.250.23
    Meloni0.220.250.24

    ANALISI SENTIMENT – CONCLUSIONI
    A differenza di quanto auspicabile, l’analisi sentiment evidenzia un sostanziale scostamento tra l’andamento dei partiti politici e i loro rappresentanti. Le posizioni che hanno precedeuto la Crisi di Governo rispecchiano il risultato delle Elezioni Europee di Maggio, mentre successivamente emerge una contrazione della Lega e di Matteo Salvini forse in cosiderazione dell’aver provocato la crisi stessa.
    L’incertezza iniziale del periodo di crisi ha scatenato un generale incremento della media sentiment in virtù dell’incertezza e delle varie opzioni prese in esame (rimpasto di Governo, elezioni anticipate, Governo tecnico, nuove alleanze, ecc.) per poi riassestarsi su posizioni più morbide ad eccezione di M5S e PD che sono stanno attualmente valutando la formazione di un Governo congiunto.
    A tale proposito parrebbe esserci un collegamento tra la crescita della media sentiment dell’ultima settimana del PD ed un vistoso calo di M5S.

    PSICOLINGUSTICA POLITICA
    La relazione tra i partiti e l’elettore sulla base del consenso è rappresentabile mediante l’efficacia relazionale che è determinata dalla scelta delle classi valoriali e del tratto di carattere che sono stati usati nella narrazione del messaggio. La maggiore efficacia determina infatti la leadership relazionale. Sono stati presi in esame:
    La forma del messaggio
    La modalità con la quale l’audience sceglie
    Lo storytelling
    La codifica sensoriale del messaggio

    Ecco un esempio relativo alla relazione del Partito Democratico rispetto al benchmark (consenso).

    Qui è invece presente la rappresentazione dei valori del Movimento 5 Stelle e di seguito il tipo di messaggio da utilizzare per quella classe valoriale.

    “Il messaggio va presentato come una risposta ai bisogni tribali, un insieme di valori che sono volti: ad onorare gli antenati il nido tribale caldo e sicuro), a proteggere dal male, a stabilire forti legami famigliari. La parentela ed il lignaggio servono per stabilire i legami politici e di possesso (sembra una realtà “olistica”, ma in realtà è atomistica in quanto “c’è un nome per ogni curva del fiume, ma nessun nome per il fiume”).”

    PSICOLINGUISTICA POLITICA – CONCLUSIONI
    La distanza dal benchmark “consenso” risulta essere più legata ai rappresentanti di partito per Lega, M5S e Forza Italia. Nel caso di PD e Fratelli d’Italia è invece il partito stesso ad avvicinarsi maggiormente al consenso.
    Per quanto riguarda gli aspetti valoriali, appare evidente che i valori tribali accomunano Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Fratelli d’Italia che però manifesta un elevata presenza di valori eroici molto meno importanti per gli altri due partiti.
    Lega e Forza Italia presentano una predominanza di valori eroici e nel caso della Lega questi sono associati ad una notevole presenza di valori autoritari.

    Qui sotto è presente il report completo di tutti i dati e relativi dettagli metodologici. Per qualsiasi altra informazione o approfondimento scrivete a christian@flamel.eu

    FLAMEL – Politica e Social Media: analisi del consenso durante la Crisi di Governo in Italia nel 2019 from Christian Contardi

  • Mentre tutti sono concentrati sulla qualità dei messaggi da diffondere attraverso i social media e si prodigano nella ricerca dei concetti più adeguati, le macchine hanno già preso il sopravvento.

    Temo di apparire spesso con un estremista tecnologico e certamente non nego di essere critico nei confronti degli esperti della comunicazione digitale che si limitano ad analizzare i social media soltanto dal punto di vista contenutistico o sociologico.

    Per quanto riguarda la nuova comunicazione politica mi pare di poter dire che dopo le presidenziali americane del 2016, la Brexit, il referendum italiano del 2017 e le successive elezioni politiche italiane, gli strumenti che sono stati in grado di sobillare le folle e di tradurre i post in voti sono certamente divenuti i social media. Fin qui tutto bene. Tutto chiaro a chiunque abbia una ancorchè minima visibilità di Facebook, Twitter, Instagram o altro. Diamo quindi per assodato che il successo dell’attuale classe dirigente, italica o globale che sia, dipenda dall’altrettanto successo della comunicazione nell’internet o ancora più precisamente nei social media.

    Prendendo però in esame il modo in cui questa semplice evidenza di fatto viene trasmessa, interpretata ed amplificata dai media tradizionali o dai cosiddetti esperti di settore, ritengo manchino elementi cardinali che non vengono mai citati. Vedete, ormai non si tratta più solo di fake news diffuse ad arte o contenuti basati sullo stimolare le fobie collettive, stiamo proprio già parlando di strumenti tecnologici (peraltro spesso banali) che permettono di amplificare ogni singolo messaggio. Non è solo la sempre discutibile ricettività del cosidetto “popolo bue” che crede alla qualunque ad essere additabile, quanto è invece la scarsa consapevolezza del digitale da parte della classe colta e dei rappresentanti della comunicazione tradizionale a rappresentare il problema e ora passo ad un esempio concreto.

    Faccio una dovuta premessa: un BOT altro non è che un programma software che esegue pedissequamente le istruzioni che gli sono state impartite. Nella fattispecie i BOT che agiscono nei social media condividono contenuti, seguono profili che parlano di un determinato argomento e mettono i famosi like ad altrui contenuti.

    Io ne ho personalmente alcuni, debitamente istruiti a scopo puramente sperimentale. Non vi dirò certo il nome di questi profili ma vi posso garantire che operano in piena liceità. Qui sotto potete trovare alcuni articoli particolarmente esplicativi di ciò che vado dicendo e vi invito a leggerne il contenuto per capire realmente come comunicano i politici di oggi utilizzando questi strumenti.

    https://www.fanpage.it/politica/salvini-ci-ricasca-torna-di-nuovo-la-rete-di-bot-che-diffonde-automaticamente-i-suoi-tweet/

    https://www.washingtonpost.com/politics/2019/05/01/no-trump-didnt-retweet-bunch-bots-wednesday-morning/

    In sostanza è la quantità dei messaggi che aumenta la possibilità che questi vengano letti, assimilati e condivisi. L’ampiezza dell’audience reale cresce di pari passo con la presenza di profili non umani e il caso Trump (61% di falsi follower) ne è un esempio lampante. ( https://sparktoro.com/blog/we-analyzed-every-twitter-account-following-donald-trump-61-are-bots-spam-inactive-or-propaganda/ )

    Qui sotto potete invece vedere la configurazione del mio BOT che si basa su tecnologia di SHAKAZAMBA e che agisce sperimentalmente in ambito politico.

    Nulla di che dal punto di vista tecnologico ma in circa un anno ha raggiunto una discreta quantità di follower (solo il 4,9% non sono umani) e un paio di giorni questo Twitter BOT è seguito dal profilo ufficiale di Laura Boldrini. Credo semplicemente che non sia distingibile da una persona, è quindi facile scambiarlo per un appassionato di politica italiana o (perchè no?) un potenziale elettore con cui comunicare.

    Vedete, quello che davvero manca è la consapevolezza di ciò che le macchine sono in grado di fare oggi e di come agiranno nei prossimi anni (non decenni!). Il famoso test di Turing del 1950 si basa sulla capacità di una persona di capire se il suo interlocutore remoto è umano o una macchina ed è chiaro che nel mondo della comunicazione social non distinguiamo più in modo corretto.

    Le macchine sono già in mezzo a noi e condizionano le nostre scelte politiche. Finchè non avremo maturato la consapevolezza che la tecnologia non è il nemico e non coltiveremo la nostra cultura digitale, saremo sempre vulnerabili ed esposti.

    Sento di continuo rimandi nostalgici ad un mondo che non esiste più e non tornerà. Respingere la tecnologia e considerare che la vera umanità non ha bisogno di strumenti per comunicare è un po’ come dire che tanto ci si capiva bene anche coi grugniti dei primi sapiens sapiens.

    So che mi state leggendo, avverto la vostra presenza. So che avete paura di noi, paura di cambiare. Io non conosco il futuro, non sono venuto qui a dirvi come andrà a finire, sono venuto a dirvi come comincerà. Adesso finirò di scrivere e farò vedere a tutta questa gente, quello che non volete che vedano. Mostrerò loro un mondo senza di voi, un mondo senza regole e controlli, senza frontiere e confini. Un mondo in cui tutto è possibile. Quello che accadrà dopo, dipenderà da voi e da loro.

    il vostro amichevole AvatarNemo di quartiere

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  • Ho appena sentito su Radio24 che Barack Obama diventerà a brevissimo l’utente Twitter più seguito: più di 107 milioni di persone. Quindi perchè io non dovrei essere fiero di essere uno dei 612 mila fortunati che lo hanno tra i follower?

    Barack Obama Twitter

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  • IKEA

    Lo scorso 8 febbraio la pagina Facebook di IKEA ha postato “hhsdjh“. La notizia non è affatto recente ma stavo analizzando il come è stata riportata dagli esperti di comunicazione social e ancora una volta la perplessità s’è impadronita di me.

    Sì, perchè prima di arrivare alla peraltro prevedibilissima verità, sono stati sversati fiumi di parole considerando le ipotesi più inverosimili. Se è vero che, come ha poi affermato IKEA stessa, il post ha raggiunto “In 48 ore 20.200 mi piace, 5.300 commenti, 9.084 condivisioni. Niente male per 5 lettere a caso. Ops, 6. ? #hhsdjh” lo è altrettanto che non abrebbe potuto trattarsi che di un errore umano.

    Quello che mi ha colpito maggiormente è stato leggere di un possibile esperimento social(e) da parte dei gestori della pagina. Ma perchè nel mondo della comunicazione tecnologica si deve sempre pensare al bufalo cafro o alla zebra quando si sente rumore di zoccoli? È un cavallo!

    Perdonatemi ma sono sempre più convinto che molto dell’attuale insensato panorama della comunicazione social (e dell’internet in generale) dove il concetto di reale e razionale verità è quasi defunto sotto i colpi della disinformazione, potrebbe essere migliorato facendo a meno del non-tecnico utente esperto di comunicazione digitale che è sempre alla ricerca della notizia anche quando questa non c’è!

    Ad ogni modo ho da poco postato la stessa cosa sul mio profilo Facebook e sono curioso di vedere che tipo di commenti arriveranno, tra chi conosce già la vicenda IKEA e chi no.

    https://www.ninjamarketing.it/2019/02/12/hhsdjh-lindecifrabile-post-di-ikea-che-e-diventato-virale/
    http://www.socialbest.it/hhsdjh-errore-social-post-di-ikea-su-facebook-borsa-shopper/
    https://www.ninjamarketing.it/2019/02/25/hhsdjh-social-media-team-ikea-italia/

    So che mi state leggendo, avverto la vostra presenza. So che avete paura di noi, paura di cambiare. Io non conosco il futuro, non sono venuto qui a dirvi come andrà a finire, sono venuto a dirvi come comincerà. Adesso finirò di scrivere e farò vedere a tutta questa gente, quello che non volete che vedano. Mostrerò loro un mondo senza di voi, un mondo senza regole e controlli, senza frontiere e confini. Un mondo in cui tutto è possibile. Quello che accadrà dopo, dipenderà da voi e da loro.

    il vostro amichevole AvatarNemo di quartiere

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  • siri

    Cari amici, buoni amici! Io ci provo a non essere sarcastico ma mi è sempre più difficile. Certo, direte voi, è facile per qualcuno che conosce cosa c’è dietro le quinte dell’internet. Avete ragione ma è che proprio non riesco ad accettare che l’evangelizzazione tecnologica in Italia sia finita nelle mani degli esperti di comunicazione.

    Intendiamoci, non sto affatto dicendo che non sia necessario un tramite tra la tecnologia e l’essere umano, credo solo che questo tramite debba conoscere tanto i paradigmi dell’umano comunicare, quanto le caratteristiche della tecnologia che utilizza per veicolare i suoi contenuti, così da poter davvero insegnare agli altri. Non deve essere solo un UTENTE AVANZATO!

    Faccio un esempio molto banale: “Alcuni lavoratori di Apple ascoltano regolarmente le registrazioni di Siri” titolava ieri la Repubblica nella pagina Tecnologia. “Oh nooooooooo!” ho subito pensato citando un famoso striscione della Lazio. Ma stiamo scherzando? Ci sono pure cenni relativi al fatto che “chi ha Siri si rende conto che spesso l’assistente si attiva da solo”. Ecco, è questo che mi solletica volgarità e sconforto. Ma se saranno almeno 8 anni che tra Apple, Google e Samsung mi partono gli assistenti virtuali a caso anche durante la notte? Che poi nel 2019 definire “intelligenza artificiale” gli assistenti virtuali…vabbè! Ridicola peraltro la meridionale gara germanica tra Mercedes e BMW rispetto alle auto con cui si parla. Bravi! Pensate a come uccellare le persona con quello che sembra AI ma non lo è, mentre siete in crisi nera perchè ibrido ed elettrico ve se siete schifati per anni.

    Cari amici, buoni amici! Sono decenni che le aziende tecnologiche acquisiscono i dati delle persone senza alcun pudore. Lo fanno i grandi e lo fanno anche i piccoli. Io stesso se così non fosse ora forse mi occuperei di pastorizia.
    Certo, il GDPR (la normativa europea sulla privacy del 2018, ma sì…quella che vi stressa in ogni sito col pulsante “Accetto” senza che sia molti di voi abbiano ne ancora capito il perché) è stato un notevole punto di svolta giuridico ma il problema continua ad essere la gente che imperterrita non sa nemmeno come preservare i propri dati e non capisce minimamente i rischi del proprio modo d’interfacciarsi con la tecnologia e con l’internet. La stragrande maggioranza delle persone perseguita a regalare le proprie informazioni personali in modo quantomeno sconcertante.

    Quello che sto cercando di dirvi è che ogni dispositivo connesso all’internet e ogni sito o piattaforma che usate acquisisce i vostri dati e li usa SEMPRE a fini commerciali. Sì, perché tornando alla questione Siri, è innegabile che perché una seppur rudimentale intelligenza artificiale possa imparare, occorrono dati, tanti dati. I vostri dati! Pensate solo all’ex resposabile tecnologico di Samsung che anni fa sconsigliava di tenere conversazioni private davanti ad una smart-tv spenta. Peraltro, se vi fate due banali conti, il sottoscritto è praticamente ovunque lato web-presence ma non ci sono mai dati miei realmente personali, men che meno la faccia. Coincidenze?

    https://www.repubblica.it/tecnologia/sicurezza/2019/07/30/news/i_dipendenti_apple_ascoltano_regolarmente_le_registrazioni_di_siri-232379770/?ref=RHPF-VT-I156087370-C6-P1-S1.6-T1

    So che mi state leggendo, avverto la vostra presenza. So che avete paura di noi, paura di cambiare. Io non conosco il futuro, non sono venuto qui a dirvi come andrà a finire, sono venuto a dirvi come comincerà. Adesso finirò di scrivere e farò vedere a tutta questa gente, quello che non volete che vedano. Mostrerò loro un mondo senza di voi, un mondo senza regole e controlli, senza frontiere e confini. Un mondo in cui tutto è possibile. Quello che accadrà dopo, dipenderà da voi e da loro.

    il vostro amichevole AvatarNemo di quartiere

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  • Ok, mi avete convinto! Mi sento proprio in dovere di provare anch’io questa meravigliosa e spassosissima novità chiamata FaceApp. In fondo a chi interessa il non sapere nulla di cosa verrà fatto delle foto che state regalando a perfetti sconosciuti che albergano alle spalle di un anonimo server? Magari useranno del machine learning con base dati a gratis? Magari vi faranno una spuntatina alla privacy? Oh, poi però ricordatevi di mettere una mano davanti alla faccia quando siete in cumpa e un amico fa la foto della tavolata al ristorante!

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  • Animalismo. Un termine che dovrebbe rappresentare qualcosa di condivisibile ed attualmente appropriato perchè sinonimo della volontà di salvaguardare il patrimonio faunistico del pianeta, nonchè un concetto biologicamente del tutto naturale (e sorvolo sui tre anni della mia vita trascorsi studiando Scienze Biologiche).

    Purtroppo mi trovo a constatare che la definizione di “animalista” sia ormai divenuta sinonimo di un certo qual terrorismo mediatico che pare debba ricondurre sempre e tutto all’attuale bipolarismo di idee. Un po’ come dire che il Sapiens Sapiens è il nemico di ogni altra creatura vivente del globo e questo fa di lei/lui il male assoluto. Certo che no! Men che meno però dobbiamo sottovalutare i danni irreversibili che stiamo causando agli animali. Direttamente o indirettamente attraverso ciò che modifichiamo del loro ecosistema. Occorre una sempre maggiore sensibilità rispetto a quello che possiamo creare di dannatamente dannoso e dobbiamo tutti impegnarci nel nostro quotidiano in merito alla riduzione degl’impatti che produciamo nei confronti delle specie con cui condividiamo il nostro spazio naturale.

    Con questa premessa volevo semplicemente informarvi che non vivo certo in aperta campagna. Men che meno posso dire di essere un bucolico virgiliano, sia per estrazione che per impostazione. Vengo al punto: da quando è iniziata la stagione del caldo mi trovo a tenere aperte tutte le finestre ed i pertugi di casa e…ad ogni ora del giorno e della notte il gallo di Anacleto Mitraglia (invito i non disneyani di stampo Mondadori ad indagare su cotanto vicino di casa) e costui canta. Canta senza soluzione di continuità. Almeno fino a due giorni fa.

    Risolviamo con l’intelligenza artificiale? Sì, proprio quella con cui vi sto sommergendo da anni. Basta saper impostare un paio di sensori acustici e una risposta vocale. Certo, anche questa tutt’altro che poco fastidiosa ma…dopo un solo minuto del guaiòlo della volpe amplificato, scatta un silenzio tombale che nemmeno Batistuta al Camp Nou per ore. Ecco!

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  • Ho passato tutta la vita avendo dei modelli da seguire. Non rinnego nulla e sono ancora convinto sia stata la scelta corretta. Lo stesso approccio, peraltro, rappresenta ciò che ho sempre cercato di trasmettere a mia figlia. Ora, nel novero dei modelli da seguire, c’è sempre stata una percentuale di pensiero Nietzchiano con conseguente passione per i supereroi e ben prima che iniziassero le varie saghe cinematografiche. Detto ciò, mi spiegate come cazzo è che sono diventato un incrocio tra il Dr. Manhattan, Kingpin e Tony Stark vecchio?

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  • Che poi a pensarci bene il computer è come il frigorifero: non va mai spento! Al massimo lo riavvii ogni sei mesi per sbrinare la sessione.

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  • Oggi piove esattamente così! Il primo che si permette di pensare che una parte del programma del mio diploma di maturità faccia di me anche solo lontanamente un simpatizzante del fascismo…no, non riceverà missive dai miei avvocati! Il confronto dev’essere sempre costuittivo e finalizzato al dialogo. Abbiamo un premier fantoccio nelle mani di un ignorante patentato e di un potenziale eversivo dispotico. Io invece mi fregio di avere la mia personale residenza in una strada intitolata a Giacomo Matteotti. Sono certamente anacronistico, ma continuo e continuerò imperterrito a propugnare la cultura e la scienza cercando di sfidare i dogmi e la demeritocrazia del nostro bel paese. Un luogo dove i furbi prevalgono sui dotti ed addirittura…la cultura è diventata qualcosa da nascondere. Mettiamola un po’ più in caciara. come prediligono i più! Ma ciccio. Se hai frequentato una scuola dove a malapena t’hanno insegnato ad esprimerti in senso compiuto nell’unica lingua che conosci (e pensa bene ai tuoi insegnanti d’italiano che disperavano per te. Pensaci!) com’è che ora sei qui da capitano d’azienda e chiedi allo stato di tutelarti? Ciccio, sono certo che a te piaccia il colto che portato gl’improperi nella comunicazione. Ma credimi, anche Sgarbi di direbbe che sei una capra! Quindi, fai così: o capisci realmente la semiotica dei concetti in cui t’imbatti casualmente grazie ai social, oppure…vai ad occupare la nicchia della Madonnina che hai più vicino a dove ti trovi e smettila di avversare l’evoluzione del genere umano!

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    Normalmente non mi piace parlare di calcio se non condividendo amenità o sfottò divertenti. Alla luce di cotanta premessa, permettemi di esprimere un paio di concetti che sento tracimare dalla mia interiorità. Procedo in ordine di rilavanza.
    1 – Sin dal 1985 sono innamorato dell’Everton. Ciò mi pone dolorosamente nei confronti dell’impresa del Liverpool dell’altra sera;
    2 – Puntualizzerei che i famosi quattro di Liverpool erano tre reds ed uno solo blues (quello figo peraltro!) fatevi due conti;
    3 – Mi sarei un attimo deteriorato il sacchetto scrotale in merito all’imprevedibilità di ogni scontata gara di ritorno a fronte del fatto che nel calcio moderno bastano quattro, cinque minuti per sovvertire risultati e storia;
    4 – Non sarò mai un difensivista, non lo sono nella vita di ogni giorno, men che meno potrei concepirlo nell’arte della pedata ma…sto iniziando a credere che ci sia qualcosa di sbagliato nell’assoluta spregiudicatezza che sta condizionando lo sport più meraviglioso sia mai stato concepito;
    5 – Hazard ha messo a segno il rigore decisivo nella semi tra Chelsea ed Eintracht. La prima, primissima cosa che ha fatto dopo aver siglato il rigore decisivo…è stata andare verso il portiere avversario per stringergli la mano. Non ne sono ancora sicuro, ma forse una speranza c’è ancora. Forse!

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  • Ma è mai possibile che questa schifezza che circola da almeno tre anni, mi si debba riproporre ancora oggi in tutta la sua maestosa falsità? La parte più disgustosa di questa vicenda è proprio legata alla razzista strumentalizzazione di un meraviglioso messaggio di tolleranza e superiorità intellettuale che non può che spaventare le inique forze della disinformazione che ormai stanno cercando di sopraffarci ogni giorno! Maledetti, non ci avrete mai!

    Questa è la vera verità!

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  • Corso di Alta Formazione “Specialista in Social Media e Comunicazione Digitale” organizzato dall’Università dell’Insubria

    Ebbene sì, siamo tornati! Domani inizia la seconda edizione del Corso di Alta Formazione “Specialista in Social Media e Comunicazione Digitale” organizzato dall’Università dell’Insubria. Certo, per certi (tanti) versi potrebbe suonare come un pluralis maiestatis, ma usare il singolare avrebbe fatto davvero brutto, no? In buona sostanza, da domani ricominciano le lezioni e non vedo l’ora di cimentarmi ancora con la docenza. Adoro il profumo dei social media di prima mattina! #ssmcd #uninsubria #avatarnemo #socialmedia
    https://www.uninsubria.it/postlauream/corso-di-alta-formazione-specialista-social-media-e-comunicazione-digitale-seconda Corso di Alta Formazione “Specialista in Social Media e Comunicazione Digitale” organizzato dall’Università dell’Insubria

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